Messina, no al piano di riequilibrio | È guerra aperta con l'opposizione - Live Sicilia

Messina, no al piano di riequilibrio | È guerra aperta con l’opposizione

Alta la tensione tra l'amministrazione e il consiglio comunale.

KO DI ACCORINTI
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MESSINA – La guerra per il Piano di Riequilibrio a Messina non è affatto finita, anzi, la sensazione è che durerà fino alla prossima campagna elettorale. Dopo il no del civico consesso alla rimodulazione a vent’anni del principale strumento finanziario del Comune, si è aperta una vera e propria guerra e lancio di accuse reciproche tra l’amministrazione comunale e il consiglio. Le dichiarazioni al veleno lanciate da Signorino e soci non sono passate silenti alle orecchie dei consiglieri, che non ci stanno a recitare il ruolo di cattivi e disonesti bravi a coltivare interessi politici che nulla hanno a che fare con la città.

Dall’altra parte c’è una Giunta che accusa i consiglieri di aver recato un danno alla città, perché diluendo il piano di rientro in vent’anni ci sarebbero potute essere molte più risorse per il futuro. Questa mattina si sono susseguite due conferenze stampa a pochi minuti di distanza l’una dall’altra, da parte di alcuni consiglieri che hanno votato in modo contrario o che si sono astenuti in occasione della seduta di mercoledì.

Ad aprire le danze è stata l’esponente del Partito Democratico, Antonella Russo, da sempre critica e vigile nelle operazioni finanziarie portate avanti dall’amministrazione comunale. La Russo ha risposto alle accuse mosse dalla Giunta: “Dal 2013 ad oggi ho sempre avuto una posizione ben precisa verso i bilanci e verso questo Piano di Riequilibrio – ha dichiarato – le mie interrogazioni all’Anac e alla Regione lo confermano. Signorino ha parlato di atto grave ed irresponsabile, qui di grave c’è solo il costante atteggiamento della Giunta verso l’organo consiliare. Il termine per presentare la rimodulazione del Piano scadeva il 15 gennaio, Signorino neanche era a conoscenza di questa data, successivamente si avevano a disposizione 45 giorni per portare l’atto in Consiglio. L’atto è arrivato il 26 febbraio, il giorno prima della convocazione della prima seduta, addirittura la relazione di Signorino che faceva parte del deliberato ci è stata recapitata via e-mail 49 minuti prima l’inizio della seduta. Non ci è stato permesso di studiare l’atto, non ci è consentito sapere se all’interno della delibera c’era solo la rimodulazione del piano di riequilibrio oppure c’era altro. Quest’aula viene trattata dalla Giunta come se fosse una segreteria, noi non siamo degli yesman che votano ad occhi chiusi tutto quello che ci viene proposto da questa Giunta”.

L’affondo della Russo non è finito qui, l’esponente del centrosinistra ribalta gli scenari apocalittici prospettati dalla Giunta dopo la bocciatura dell’atto: “Se questo atto era di così grande importanza per la città perché non siamo stati messi nelle condizioni di poter svolgere il mostro ruolo? Loro dicono che non possono fare più portare avanti il piano di assunzioni, però le notizie da Roma che era possibile ampliare il Piano a vent’anni sono arrivate solo a fine dicembre, ben dopo che fossero organizzate le assunzioni, quindi sono state fatte delle delibere e dei piani senza che ci fosse la copertura finanziaria. Inoltre ci è stato detto che è assolutamente necessario, affinchè la città riparta, che questo Piano di Riequilibrio sia fatto su base ventennale quindi finora la città ha vissuto in equilibrio precario nonostante le continue rassicurazioni di Signorino. Curioso come nel 2017 i debiti fuori bilancio fossero pari a 0, nel 2015 fossero 32mila euro e nel 2018 siano 68 milioni”.

Successivamente tocca al duo Daniele Zuccarello-Alesssandro La Cava rincarare la dose. Zuccarello ribadisce: “Il sindaco che ci accusa di aver assassinato la città ha tradito i suoi elettori, lui nel 2013 aveva sostenuto il dissesto finanziario per mettere davanti alle proprie responsabilità i suoi predecessori, invece ha cambiato idea. Lui adesso rischia, perché se questo Piano di riequilibrio si rivelerà insostenibile, lui sarà il responsabile di questa catastrofe dopo aver salvato quelli che c’erano prima, così come ama chiamarli. Io ho sempre votato atti importanti, sono responsabile delle mie azioni, non dei colleghi assenti. Così come di quelli che erano sempre presenti nella stesura del Piano e poi hanno disertato gli altri passaggi”. Alessandro La Cava di Sicilia Futura aggiunge: “Io non ho votato contro il Piano di Riequilibrio, ho votato contro il metodo Accorinti. Siamo stati messi davanti al fatto compiuto, a votare l’ennesima delibera per il rotto della cuffia dopo uno studio superfiale. Ormai lui è in campagna elettorale e il video contro il consiglio che ha fatto dagli Stati Uniti lo conferma”.

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