Papabile premier di Palermo |Chi è Alessandro Pajno - Live Sicilia

Papabile premier di Palermo |Chi è Alessandro Pajno

Chi è il giurista a cui Mattarella potrebbe dare l'incarico.

Il ritratto
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PALERMO – La via di un governo politico si fa sempre più stretta. Il centrodestra sembra rimanere unito e non cedere alle lusinghe di Luigi Di Maio, che trovata chiusa la porta del Pd era tornato a bussare a quella della Lega. E così adesso, con un voto che si fa sempre più vicino, Sergio Mattarella potrebbe proporre una figura di tecnico per un governo del presidente che traghetti il Paese verso le nuove elezioni. E in questo scenario resta tra i papabili, e con molte chance secondo la stampa nazionale, il palermitano Alesssandro Pajno. Che non è solo un vecchio e buon amico del Capo dello Stato ma anche una figura di civil servant che risponderebbe all’identikit richiesto dalla difficile situazione politica.

Pajno è magistrato, docente universitario e attualmente presidente del Consiglio di Stato. Compirà settant’anni quest’estate. Come Mattarella si è laureato in giurisprudenza all’università di Palermo. Poi ha insegnato alla scuola di specializzazione in studi sull’amministrazione pubblica dell’Università di Bologna ed anche all’Università La Sapienza, nella facoltà di ingegneria a Palermo ed infine diritto amministrativo alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e alla facoltà di scienze politiche della Luiss di Roma..Autore di numerose pubblicazioni riguardanti i temi dell’organizzazione amministrativa, dell’attività amministrativa della giustizia amministrativa, è stato avvocato dello Stato e poi consigliere di Stato.

Diversi gli incarichi collezionati in politica. E’ stato capo di gabinetto di Mattarella quando l’attuale Presidente della Repubblica era ministro della Pubblica Istruzione in un governo guidato da Giulio Andreotti. Pajno ha ricoperto lo stesso ruolo anche con Rosa Russo Iervolino (sempre alla Pubblica istruzione) e Carlo Azeglio Ciampi (Bilancio e Tesoro), e consigliere giuridico di Mattarella quando era ministro dei rapporti con il Parlamento. È stato poi segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri durante il primo governo di Romano Prodi, segretario generale del Consiglio di Stato e commissario straordinario governativo per il completamento del federalismo amministrativo. Ha anche ricoperto un ruolo politico nel secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008, in qualità di sottosegretario al Ministero dell’Interno, con delega all’amministrazione civile.

Il suo legame umano con Mattarella è robusto, i due, raccontano i giornali nazionali, hanno anche trascorso insieme le vacanze. Con il Capo dello Stato, Pajno condivide la cifra schiva e riservata. Parco di parole con i giornalisti, non ha mancato in occasioni pubbliche di assumere posizioni marcate su alcuni temi politici, come quando a un convegno sugli ottant’anni dalle leggi razziali organizzato dall’Unione comunità ebraiche, si interrogò: “Possono ancora ripetersi esperienze come quelle legate alle leggi razziali?”. Osservando come ai nostri giorni si noti il “riemergere di nuove discussioni sulla razza”, “di preclusioni legate alla religione o alla cultura”, “l’affermarsi di uno spirito che al “noi” preferisce sempre l'”io” e di una “nuova tendenza a frapporre, pure nei paesi dell’Unione europea, barriere e muri incompatibili con i valori enunciati dalle costituzioni e dalla Carta dei diritti”.

Il palermitano potrebbe essere la figura super partes a cui si affiderebbe il Colle per non arrivare alle prossime elezioni con il governo di Paolo Gentiloni, espressione di un Parlamento che non c’è più e la cui maggioranza è stata nettamente battuta alle urne. Tra le possibili alternative ci sono Sabino Cassese, Carlo Cottarelli e Anna Maria Tarantola. Una curiosità: se davvero Pajno diventasse presidente del Consiglio, sarebbe il primo siciliano a ricoprire la carica dopo 63 anni, cioè dalla caduta del governo di Mario Scelba.


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