PALERMO – La prescrizione chiude l’ultima tranche delle cosiddette spese pazze all’Amia, l’ex municipalizzata poi fallita e sostituita con la Rap.
Secondo l’accusa, tra il 2005 e il 2007, dirigenti e funzionari si sarebbero fatti rimborsare non solo i biglietti aerei e la permanenza negli hotel degli Emirati Arabi, del Qatar e dell’Egitto, ma anche i pasti, le schede telefoniche, il minibar.
Le posizioni degli ex vertici dell’azienda – Enzo Galioto, Orazio Colimberti, Giuseppe La Rosa – era stata stralciata e trasferita a Caltanissetta perché un imputato, Tommaso Scanio è stato vice procuratore onorario a Palermo. Quindi per la norma che regola la competenza in caso di indagini sulle toghe il fascicolo è passato al tribunale nisseno. Il reato contestato è stato derubricato da peculato in abuso di ufficio. E così si è abbassato il tetto della prescrizione. Assolti nel merito, invece, Angelo Canzoneri e Tommaso Scanio per non avere commesso il fatto.
I difensori degli imputati, gli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano, Valentina Castellucci e Nico Riccobene, pur contestando l’accusa nel merito si sono associati alla richiesta di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. L’anno scorso, il Tribunale di Palermo, aveva assolto nel merito altri sette imputati.