Altro ‘no’ all’assunzione dei Pip | Finanziaria, il giorno del giudizio - Live Sicilia

Altro ‘no’ all’assunzione dei Pip | Finanziaria, il giorno del giudizio

Dopo il Mef, anche il Ministero della Pubblica amministrazione “boccia” quella e altre norme.

VERSO L’IMPUGNATIVA
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PALERMO – Come se non bastasse quello del Ministero dell’Economia, ecco un altro “no” alla norma che prevede l’assunzione degli ex Pip in Resais. Lo mette nero su bianco l’ufficio legislativo del Ministero della Pubblica amministrazione, in un documento inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Un testo breve, di quattro pagine, che anticipa di poche ore quelle che saranno le decisioni del governo nazionale sulla Finanziaria regionale.

Anche per questo motivo, l’assessore all’Economia Gaetano Armao ieri è volato a Roma, anche sulla scorta di un’altra lettera, quella del Ministero dell’Economia, che segnalava possibili profili di illegittimità in diverse norme della legge di stabilità regionale.

Tra quelle, come detto, la norma che prevede il transito, dal primo gennaio del 2019, di circa 2.800 precari ex Pip nella partecipate regionale Resais. Dopo il Mef, quindi, anche il Ministero della Pubblica amministrazione giudica incostituzionale questa norma. Per un motivo semplice: un decreto legislativo del 2016 (il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) prevede infatti che le società regionali fino al 30 giugno 2018 (data, però, già superata) debbano attingere, in caso di nuove assunzioni, dal bacino del personale che è rimasto senza lavoro provenendo da altre società regionali. La norma prevista in Finanziaria, quindi, con quella deroga finirebbe per contrastare con la disciplina nazionale. E violando, secondo il Ministero, un principio costituzionale: quello che riserva allo Stato la competenza esclusiva delle materie dell’ordinamento civile (è il caso, appunto, dei contratti con le società, seppur a capitale pubblico).

Per gli stessi motivi, il Ministero giudica incostituzionale anche l’articolo 4: “Dotazione organica della società Irfis Finsicilia”. Dubbi di costituzionalità anche per una norma che riguarda le stabilizzazioni negli enti locali e che prevede una sorta di “riserva” per chi già lavora in quell’ente. E stop anche alla norma che prevede l’assunzione alla Regione dei “catalogatori” in servizio nella società Sas.

Insomma, stando alle relazioni dei “tecnici”, queste norme sembrano già senza un futuro. Le prossime ore diranno di più sul destino della Finanziaria regionale. Ma il rischio di una pesante impugnativa è molto forte. E si è già accesa una polemica tutta politica: se davvero la legge di stabilità verrà “bocciata” in molte sue parti, la “colpa” sarà del governo regionale o dei deputati che l’hanno votata e approvata?


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