L’Etna scivola lentamente verso le acque del mar Ionio. La causa? Un motore sommerso che si trova al largo della costa orientale della Sicilia. Per gli esperti, è come se l’Etna stesse collassando sotto il suo stesso peso. I rischi? È impossibile dire se questo movimento in futuro causerà tsunami.
Lo scivolamento del vulcano verso il mare è stato studiato per due anni a circa 15 chilometri dalla costa e 1.200 metri di profondità. “È la prima volta che misuriamo deformazioni sottomarine dell’Etna”, ha spiegato all’Ansa Alessandro Bonforte. Da circa 20 anni i vulcanologi monitorano i movimenti del fianco Sud-Est del vulcano, ma finora solo sulla superficie. Per Bonforte, “questi nuovi dati – ha aggiunto – spostano adesso la causa del movimento in mare, dove si trova la scarpata ibleo-maltese. È come se il vulcano lì non avesse i piedi”.
Bonforte fa parte del team di tre ricercatori italiani dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) di Catania: Alessandro Bonforte, Francesco Guglielmino e Giuseppe Puglisi che ha partecipato alle ricerche che hanno portato alla pubblicazione dello studio pubblicato sulla rivista Science Advances.
“Non possiamo prevedere se e quando l’Etna provocherà uno tsunami, sprofondando in mare – ha spiegato all’Ansa Francesco Guglielmino. – Quel che possiamo dire in base ai nuovi dati è che lo scivolamento in mare del fianco di Sud-Est avviene sia in presenza che in assenza di eruzioni”.
Intanto, dopo l’ultimo terremoto a Catania, il governo regionale ha chiesto lo stato di emergenza.