Marco Minniti si ritira (forse). E’ questa la voce che circola insistentemente da ieri negli ambienti Dem, trapelata sulla stampa. L’ex ministro dell’Interno starebbe infatti ponderando di lasciare la corsa alla segreteria del Partito Democratico. Sceso in campo come uomo di punta di Matteo Renzi, fra i due sembra ormai essersi consumata una vera e propria frattura che potrebbe essere preludio all’abbandono. Nelle scorse ore, rispondendo ai cronisti, l’ex premier ha di fatto “scaricato” quello che era stato definito il “suo” candidato: “Minniti irritato? Come sapete non mi occupo del congresso”. Il rottamatore fiorentino appare quindi sempre più defilato all’interno del Pd, pronto a staccare la spina e lanciare la sua nuova creatura politica centrista.
Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, in lizza per la conquista della leadership democratica: “Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd e stia giocando a un gioco macabro, e non dobbiamo permetterlo. Il Pd va cambiato, non picconato con le furbizie. Distruggerlo ora o puntare a dividere credo sia un immenso regalo al M5s e Salvini”.
Un status di “riflessione”, quello di Minniti, che lo ha portato ad annullare tutti gli impegni ufficiali della campagna elettorale programmati per i prossimi giorni. La strada verso i gazebo del 3 marzo si potrebbe quindi restringere ancora di più, trasformandosi praticamente in una corsa a due fra Zingaretti e Maurizio Martina (gli altri candidati Francesco Boccia, Dario Corallo, Maria Saladino e Cesare Damiano sono molto staccati nelle intenzioni di voto).
La partita delle candidature, con o senza quella di Minniti, dovrà chiudersi comunque nelle prossime ore o al massimo nel giro di qualche giorno. Il 12 dicembre, esattamente tra sette giorni, scadrà il termine per proporsi come aspirante segretario.