CARINI (PALERMO) – “Avevo visto Anna soltanto pochi giorni fa, sembrava serena. Nessuno qui riesce a credere a quello che è successo”. Mentre le indagini per ricostruire la dinamica del delitto sono ancora in corso, a Carini cresce l’incredulità: in tanti conoscevano Anna Scavo, la donna uccisa dal marito, Marco Ricci, nel negozio in cui lavorava, in corso Italia, e la comunità è sotto choc. “Era una grande lavoratrice, una ragazza che conosceva lo spirito di sacrificio. Speriamo sia fatta chiarezza quanto prima su quanto accaduto”.
A commentare la tragedia, ieri, anche il sindaco di Carini, Giovì Monteleone: “E’ una vicenda che addolora l’intera collettività. Conoscevamo Anna, in paese dicono che aveva presentato denunce contro l’ex marito che ogni tanto si presentava in negozio. Quando succedono queste cose si rimane davvero sconvolti. La tragedia ci tocca tutti. Sono davvero addolorato che si sia arrivati di nuovo ad una conclusione così drammatica. Tutta Carini è sconvolta da quanto successo. Peccato che si arriva sempre troppo tardi”.
La notizia ha gettato nello sconforto anche la borgata di Capaci, dove la coppia abitava. In paese non sarebbe stato semplice incontrarli, erano molto riservati. “A volte il marito si recava in piazza, lo si incontrava per i negozi – dice il primo cittadino Pietro Puccio – ma entrambi si dividevano fondamentalmente tra casa e lavoro. Siamo davvero sconvolti, non doveva accadere. Si tratta dell’ennesima donna uccisa e stavolta, questo episodio, ci tocca da vicino. E la colpa non può essere data alla separazione, ma ad una tendenza alla violenza nei confronti delle donne, purtroppo sempre più diffusa”.
Anna Scavo da tempo avrebbe lasciato l’appartamento in cui abitava con il marito e ultimamente avrebbe vissuto con il padre a Palermo. “Ma non si assentava mai dal lavoro – racconta Anna Faraci – qui in zona sapevamo che aveva avuto dei problemi, ma non raccontava molto di sé. Abbiamo vissuto tutti un pomeriggio di terrore. Quando abbiamo sentito le sirene delle ambulanze, abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Quell’uomo si era barricato nel negozio, ma non avremmo mai pensato che Anna avesse fatto questa fine”.
A contribuire alla ricostruzione della dinamica, ancora tutta da accertare, le dichiarazioni del quattordicenne, ieri trasportato con il padre all’ospedale di Villa Sofia per le ferite riportate. I due avrebbero raggiunto la donna durante la pausa pranzo, dopo un’accesa discussione avrebbe preso vita la violenza. Ma secondo quanto riferito dal ragazzo, sarebbe stata la donna ad impugnare il taglierino, il padre, quindi, avrebbe cercato di difendersi. Le indagini sono condotte dai carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto, Annamaria Picozzi.