PALERMO – Con Rosario Crocetta, erano gli anni dei “ribaltini”, si pescavano deputati a uno a uno dal centrodestra. Ai tempi di Musumeci, con la nascita del nuovo gruppo all’Ars “Ora Sicilia”, si è passati a una fase diversa, ossia allo sfilare deputati agli alleati. E il gioco, come era prevedibile, dagli alleati non è stato troppo gradito. Il primo a far sentire la sua voce critica è stato ieri Saverio Romano. Il centrista con una nota, ha risposto all’invito di Luisa Lantieri di dialogare con la nuova forza politica chiudendo la porta: “La costituzione di un nuovo gruppo all’Assemblea Regionale, i cui due terzi facevano già parte di gruppi della maggioranza e fortemente sollecitato dell’assessore Razza, mette in discussione il principio di leale collaborazione tra i partiti che hanno eletto Nello Musumeci alla Presidenza della Regione. Non si può non stigmatizzare quanto accaduto e chiamare il presidente Musumeci ad un intervento chiarificatore per evitare l’apertura del mercato delle vacche al quale, sia ben chiaro, noi ci sottrarremo”.
In buona sostanza, ricorrendo a una inelegante ma efficace espressione, la sensazione in ambienti del centrodestra è che i musumeciani stiano giocando a “fotticompagno”. Due dei tre deputati che hanno fondato il gruppo con la regia di Ruggero Razza, una sorta di anticamera leghista all’Ars, sedevano già nei banchi del centrodestra, cioè Luigi Genovese e Daniela Ternullo, che hanno salutato i gruppi di Forza Italia e Popolari e Autonomisti. La terza, Luisa Lantieri, eletta nel Pd, dove approdò nella fase in cui con la regia di Davide Faraone si spalancarono le porte dei dem a un po’ di pezzi di centrodestra, si era già spostata da un po’ tornando alle origini. E in campagna elettorale si era spesa per Saverio Romano. E quindi, il conto dei deputati “soffiati” agli alleati è in realtà di tre su tre. E potrebbe aumentare, visto che si sono altri deputati che sarebbero pronti ad aderire al gruppo.
“La storia personale e lo stile del presidente della Regione escludono qualsiasi preoccupazione, anche legittima. Questa non sarà mai una legislatura di ribaltoni o ribaltini”.Così ribatte Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute e dirigente di DiventeràBellissima”. “Chi condivide il programma di governo e vuole offrire alla luce del sole un contributo d’idee ed un sostegno alla coalizione – aggiunge Razza – è sempre una risorsa. Chi conosce Nello Musumeci sa che il mercato non si è mai aperto e non si aprirà mai. Continuiamo a lavorare tutti con serenità, mettendo al centro la Sicilia e il suo diritto a un futuro migliore”. Così il braccio destro del presidente presenta l’operazione di scouting che era nell’aria da tempo. E che ha portato nell’orbita del movimento che ha nel nome la frase di Paolo Borsellino il giovane deputato erede della dinastia politica messinese travolta da varie vicissitudini giudiziarie, l’ex Pd Lantieri e l’autonomista siracusana Ternullo.
C’è da aspettarsi che la difesa d’ufficio di Razza non sarà sufficiente a spegnere la polemica interna alla coalizione. Carmelo Pullara, capogruppo dei Popolari e Autonomisti, è molto critico: “La nascita del gruppo “Ora Sicilia” composto da esperienze politiche diametralmente opposte (cosa possono avere in comune esponenti del Pd di Forza Italia e di chi oggi deputata supplente fino a ieri poneva l’autonomia della Sicilia al centro della propria azione politica, resta un mistero difficilmente risolvibile perché siamo sicuri che il collante non può essere, come si sente dire nei corridoi, un posto di assessore, sarebbe la morte della politica…) pone interrogativi sulla stessa tenuta della maggioranza che con grande sforzo e lealtà ha eletto Nello Musumeci presidente della Regione. Abbiamo troppe volte sentito dire allo stesso presidente Musumeci che non intende governare grazie a cambi di casacca o salti della quaglia e per questo siamo più che sicuri che non verranno avallate operazioni volte al raggiungimento del potere fine a se stesso. Siamo stupiti del fatto che qualcuno possa pensare che basta “ racimolare” tre deputati per fare un assessore. La politica è altro, la giunta di governo è altro perché essa rappresenta non deputati incollati tra loro ma esperienze politiche similari che hanno condiviso un progetto politico. Siamo pertanto sicuri che chiunque vorrà appoggiare questa maggioranza lo farà per difendere gli interessi della Sicilia e non per qualche strapuntino da offrire al proprio elettorato”.
L’opposizione (quella che nella scorsa legislatura da maggioranza sui cambi di casacca lavorò eccome) si fa sentire: “Musumeci è un bugiardo seriale – attacca Davide Faraone -. Aveva detto che non si sarebbe più ricandidato, è già in campo per ricandidarsi. Aveva detto che non avrebbe fatto campagna acquisti all’Ars, da ieri ha aperto il mercato delle vacche e costituito un gruppo con transfughi provenienti da vari partiti. Aveva detto mai la Lega Nord, prima la Sicilia, è diventato scendiletto di Salvini disposto a svendere la nostra isola per salvare la poltrona. Infine aveva detto “Diventerà bellissima”, il suo governo è un disastro”. “Da aspirante rottamatore a quasi “rottamato” dal suo stesso partito, Davide Faraone attraversa evidentemente una profonda crisi di identità e ha perso il senso della misura”, ribatte il musumeciano Alessandro Aricò.
Le grandi manovre nel nuovo centrodestra a guida salviniana sono ormai aperte. E come era prevedibile l’onda ha cominciato a travolgere anche Palazzo dei Normanni.