PALERMO – Andrea Tambè è più vicino al suo sogno: indosserà un esoscheletro che sembra uscito da un film di fantascienza e che, si spera, possa ridargli la possibilità di camminare, o quantomeno rivedere il mondo dal suo metro e ottanta. Il 34enne ex paracadutista di Barrafranca (Enna) è stato vittima di un incidente in moto in giovane età, ma non ha mai perso l’entusiasmo e la voglia di riscatto.
L’esoscheletro giapponese di ultima generazione sarà presentato e provato per la prima volta in Sicilia dai medici e sanitari ragusani, martedì 25 giugno, nel porto turistico di Marina di Ragusa. L’iniziativa è stata promossa da ‘Orthom Group’ in collaborazione con l’associazione ‘Unipit’ e con ‘Officine Ortopediche Rizzoli’, con il patrocinio del Comune. “Sono felice – ha detto il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì – di poter ospitare e sostenere un evento di tale rilevanza scientifica per la Sicilia. Da ex sportivo che ha avuto anche tanti incidenti, so quale sia l’importanza della riabilitazione”.
Lo sa anche Tambè, che a 22 anni si era regalato una due ruote per soddisfare una straripante passione per i motori. Passione mai finita, anche dopo aver perso l’uso delle gambe in nell’incidente: è il primo aprile del 2006 quando un’uscita in moto coi colleghi si trasforma in un incubo: Andrea viene travolto in curva da un pirata della strada e finisce in una buca profonda tre metri, i trecento chili dell’amata due ruote sulla schiena e sulle gambe. Che presto l’avrebbero abbandonato. L’epilogo dell’incidente è dolore fisico e psicologico: “Un medico mi informa che dovrò munirmi di una sedia a rotelle per il resto dei miei giorni – racconta Tambè –. Ho sempre amato i motori e le quattro ruote. Avrei solo dovuto abituarmi al fatto che quelle quattro ruote, ormai, sarebbero state le mie gambe”. Ma l’ex militare non si è fermato alla carrozzina e ha trovato nuove ruote, quelle dei kart, riuscendo anche a competere nel campionato regionale circuiti cittadini Aci grazie a un sistema di comandi al volante.
“Se mi riesce tutto sarò come Iron Man”, diceva Tambè qualche mese fa. Non lo spaventavano nemmeno il costo della riabilitazione e dell’esoscheletro: circa 250 mila euro. Una cifra inarrivabile se non con l’ausilio di una raccolta fondi online, diventata virale e tuttora in corso. A tal proposito, Tambè precisa un concetto a scanso di equivoci: “Sia chiaro che l’esoscheletro di Ragusa non è mio. Non me lo porterò da nessuna parte ma avrò la fortuna di andare a provarlo per un paio d’ore. La raccolta fondi è ancora aperta proprio perché io ancora inseguo il mio sogno: quello di poter acquistare un esoscheletro tutto mio. La mia speranza invece – continua – è che le persone disabili in condizioni economiche sfavorevoli possano averne uno tramite l’aiuto dello Stato. Trovo ingiusto che un apparecchio così importante nella quotidianità di noi disabili possa essere acquistato solo da chi è molto facoltoso”.