Cantieri e vertenze di lavoro | La crisi può far male alla Sicilia - Live Sicilia

Cantieri e vertenze di lavoro | La crisi può far male alla Sicilia

Una protesta degli operai Blutec (foto d'archivio)

Il rischio stallo per la crisi di governo denunciato da Cgil, Pd e 5 Stelle.

E ora la paura è che la crisi di governo ferragostana possa far pagare un prezzo alla già provata Sicilia. L’allarme arriva dalla politica e dai sindacati e riguarda più dossier, che potrebbero subire arresti e ritardi con il naufragare dell’esecutivo nazionale.

Sul fronte infrasrutture a lanciare l’allarme sono stati Movimento 5 Stelle e Partito democratico. I deputati regionali dell’area “PD dei territori”, Michele Catanzaro, Nello Di Pasquale, Giuseppe Arancio e Baldo Gucciardi, in una nota si dicono allarmati per il rischio del blocco che potrebbero subire i decreti attuativi del cosiddetto fondo “Salva imprese”, proprio a causa della crisi di governo. “Sarebbe gravissimo se, per questione di alchimie e tattiche politiche di bassa lega, si sacrificasse l’aspettativa della Sicilia nel vedere bloccate opere infrastrutturali fondamentali per il rilancio dell’intera regione, mortificando i diritti di migliaia di lavoratori e di centinaia di aziende, che solo fino a qualche tempo fa avevano gioito per l’approvazione del fondo stesso. Si parli meno di poltrone – dicono i quattro “pontieri” del Pd – e si lavori di più per l’interesse dei territori”.

I Dem in particolare si soffermano sui collegamenti tra aree metropolitane e territori interni: “Esistono opere, quali la Palermo-Agrigento, la Caltanissetta-Agrigento o la Ragusa-Catania, che non possono attendere i comodi della politica. Si faccia presto e si adottino i decreti attuativi che consentano di sbloccare tali cantieri, rasserenando i lavoratori e mettendo in cassaforte le loro prerogative e i loro diritti. Se la politica smette di essere al servizio dei cittadini e diventa irresponsabile gioco di poltrone perde di senso e di significato”.

Anche il Movimento 5 Stelle si era fatto sentire sui rischi per le infrastrutture siciliane conseguenti alla crisi aperta da Matteo Salvini. “Le modifiche al Fondo Salva Opere approvate all’ultimo Consiglio dei Ministri che avrebbero permesso un rapido pagamento delle aziende in crisi nei cantieri CMC in Sicilia sono a rischio a causa della crisi di Governo”, dicono i deputati del M5S. “Il ritocco normativo che chiariva aspetti importanti per le aziende, come, ad esempio, l’accessibilità ai fondi per quelle imprese che non avevano il Durc regolare proprio a causa del mancato pagamento delle opere realizzate, era inserito nel decreto legge “Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali” che il Consiglio dei Ministri del 6 agosto aveva approvato “salvo intese”, continua il M5S. “Questa parte del decreto ora è a rischio – dichiarano i due vice Presidenti del gruppo parlamentare M5S, Azzurra Cancelleri e Adriano Varrica – Fortunatamente, l’impianto complessivo di questa norma, voluta fortemente dal M5S, rimane. Il Regolamento attuativo del Fondo, approvato con il Decreto Crescita, è stato già pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture ed è al vaglio del Consiglio di Stato. Le modifiche approvate al Consiglio dei Ministri, con il leader della Lega, Matteo Salvini, assente per i suoi ‘impegni’ sulle spiagge per fare propaganda elettorale, servivano per chiarire alcuni aspetti e facilitare l’accesso ai fondi alle aziende. Il Ministro Di Maio sta facendo di tutto per cercare comunque di arrivare alla pubblicazione del Decreto”.

“La Lega per mesi si è messa di traverso per l’approvazione del Fondo Salva Opere con motivazioni del tutto peregrine – affermano Cancelleri e Varrica – Solo con la tenacia dei ministri e della compagine parlamentare del M5S alla fine era passato. Ora non provano neanche a dare spiegazioni a lavoratori e imprese; invece di lavorare per il Paese essendo votati per questo, pensano solo agli slogan elettorali per moltiplicare le loro poltrone in vista di nuove elezioni dopo appena un anno dal voto. Peccato però che i problemi degli italiani non si risolvono con le sparate propagandistiche sui social, ma con il duro lavoro quotidiano negli uffici. Evidentemente balli e canti dorati nella loro scala di priorità valgono più di tanti posti di lavoro e del futuro concreto delle opere pubbliche come le statali 640 e 189. In ogni caso, il M5S continuerà a sostenere la crescita del Paese e risolvere i problemi dell’Italia”, concludono i parlamentari nazionali Cancelleri e Varrica.

Ma non ci sono solo i problemi legati alle strade. Anche altri dossier rischiano di impolverarsi attendendo i tempi della crisi. La Cgil siciliana ad esempio ha chiesto u n consiglio dei ministri straordinario per evitare catastrofiche ripercussioni anche sul mondo del lavoro in Sicilia. Il segretario regionale Alfio Mannino indica tra le misure bloccate la proroga della cassa integrazione straordinaria per i 670 lavoratori della Blutec di Termini Imerese, da luglio senza alcuna protezione. A rischio anche il provvedimento per dare il via libera, senza ulteriori oneri per le casse pubbliche, alle stabilizzazioni dei 1.200 precari dei comuni siciliani in dissesto. “Le sorti dei lavoratori – dice il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- non possono essere ostaggio delle dinamiche e dei giochi della politica. Noi chiediamo un Consiglio dei ministri straordinario – sottolinea- che dia via libera a questi provvedimenti”. Mannino aggiunge che “nel tritacarne di una politica che non pensa più agli interessi della collettività stanno finendo tante vertenze in Sicilia, per un totale di oltre 5.000 lavoratori che rischiano di pagare il prezzo della crisi. Un esempio tra tutti quelli di Almaviva, per i quali è aperta una trattativa che ora rischia lo stop”.

Insomma, i tempi della crisi non sono compatibili con quelli di un’altra crisi, più seria e drammatica, quella del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare. E se una nuova maggioranza nascerà davvero in Parlamento, sarebbe opportuno che dopo la breve stagione della Lega di governo questa adottasse la questione meridionale come priorità, prima che il Mezzogiorno sprofondi definitivamente nell’abisso, continuando a svuotarsi e a impoverirsi dei suoi giovani.


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