PALERMO – Cause per 12 milioni e settecento mila euro, è questa la maxi somma che la Regione ha già sborsato e che adesso bisognerà riconoscere. Si tratta dei debiti fuori bilancio emersi nei primi sei mesi del 2019. Nuovi debiti, insomma, che si aggiungono agli oltre 630 milioni di euro che sono stati accertati nelle ultime due legislature. A questi si aggiungerà un altro grosso risarcimento che la Regione ha scoperto di dovere pagare qualche settimana fa: circa 12 milioni dovuti alla revoca illegittima delle aggiudicazioni dei lavori di ristrutturazione dei bacini galleggianti di carenaggio del porto palermitano.
Se fino ad adesso i debiti fuori bilancio sono stati approvati dal governo una volta all’anno, in occasione dell’approvazione del Rendiconto, stavolta la Ragioneria ha presentato il conto per i primi sei mesi del 2019. In questo caso si tratta dell’elenco di spese legali, sorti capitali, e quindi debiti originali, e interessi che la Regione ha pagato a causa di sentenze perse e diventate esecutive. Adesso queste spese saranno oggetto dell’esame dell’Ars che dovrebbe riconoscerle con una legge, mentre le coperture sono già state individuate nel Fondo rischi contenzioso. L’Assemblea regionale siciliana però ha trenta giorni di tempo. Nel caso dei debiti da sentenze esecutive, infatti, trascorso inutilmente un mese dalla trasmissione, il debito si intende riconosciuto.
Alcuni grossi contenziosi ricoprono la quasi totalità dell’ammontare dei debiti. Il dipartimento alle Attività produttive da solo ha perso cause per 3,99 milioni di euro, quasi un terzo del totale. Questa cifra viene investita per 2,9 milioni da un atto di pignoramento in favore del “Consorzio Consir” e da 998mila euro per l’esecuzione di una sentenza del Cga in favore della “Margi Soprana Marmi”.
Altro dipartimento con debiti fuori bilancio pesanti è quello all’Energia che ha subito cause per più di tre milioni di euro. A questa cifra concorre per la maggior parte un solo debito nei confronti del Comune di Taormina in forza di un sentenza del Tar di Catania: 2,1 milioni che l’Assessorato doveva per il rifacimento dell’impianto d’illuminazione pubblica.
Poi ci sono le strutture del dipartimento all’Agricoltura. Il totale dei debiti fuori bilancio è di 2,3 milioni di euro. Fra questi la Regione deve alla curatela fallimentare della società “Fratelli Costanzo” ben 2,1 milioni di euro: 1,2 milioni di interessi di mora mentre la sorte capitale era di 913 mila euro. Il dipartimento all’Ambiente è fra quelli che hanno visto emergere debiti fuori bilancio per 1,7 milioni di euro. Anche in questo caso una sola causa che è costata 1,2 milioni vale la maggior parte dell’ammontare.
Pochi creditori, quindi, assorbono la quasi totalità della spesa che la Regione dovrà affrontare per le cause perse. Negli altri dipartimenti la cifra si assesta ad alcune decine di migliaia di euro. Così per il dipartimento alle autonomie locali i debiti fuori bilancio sono pari a 32mila euro, per il dipartimento alla Funzione pubblica si tratta di 83mila euro, e spesso sono debiti con la stessa Regione per oneri previdenziali e tasse. L’assessorato alla Famiglia e al Lavoro ha riscontrato debiti per 60mila euro, 12mila euro per l’assessorato alle Infrastrutture, circa duemila per quello all’Istruzione e 59mila per quello all’Economia. Valgono un po’ di più invece i debiti fuori bilancio dell’assessorato al Turismo (370mila euro), quelli del dipartimenti ai Beni Culturali (219mila euro) e quelli dell’Assessorato alla Salute, 819mila euro, che spesso riguardano risarcimenti del danno.