CATANIA – Sfuma la proposta di acquisto della Myrmex. E si porta dietro il sogno dei lavoratori rimasti per anni appesi a promesse e assicurazioni fino a oggi non rispettate. Roberto Giusti, imprenditore italo libanese che aveva avanzato la proposta – con tanto di progetto – di acquisto del laboratorio di eccellenza, acquistato anni da da Gianluca Calvi e da allora lasciato in stanby, insieme alla forza lavoro. Proposta rimasta in piedi per mesi, nonostante le mancate risposte da parte delle istituzioni.
L’annuncio è della collaboratrice di Giusti, che negli ultimi tempi ha tentato di portare avanti la trattativa con la Regione, ed è affidato a Facebook. “Oggi, si è consumato il più grave delitto ai danni degli ex lavoratori Myrmex. Un grazie di vero cuore a tutte le istituzioni e soprattutto al sindaco di Catania e a questo governo regionale, per aver fatto scappare l’imprenditore che voleva coraggiosamente investire in questa nostra maledetta terra. Grazie per aver lasciato 80 famiglie nella disperazione”.
Roberto Giuti chiude dunque con Catania: troppi passaggi, troppi intoppi e incertezze, hanno spazientito l’imprenditore che, più di una volta aveva manifestato la volontà non solo di riavviare il laboratorio, assorbendo la forza lavoro, ma di puntare molto sulla produzione farmaceutica per fare di Catania un vero polo industriale. Gli incontri delle ultime settimane, evidentemente, non hanno convinto Giusti che, dopo due anni, rinuncia al progetto, portandosi via quei milioni che sembrava pronto a investire.
Una notizia dura, appresa dai lavoratori che con rabbia, appena un paio di giorni fa, chiedevano al governo regionale lumi sulla proposta di acquisto. “Ultima settimana di attesa – scrivevano qualche giorno fa in una nota: se ci sarà un nulla di fatto, andrà tutto in mano alla Procura e finalmente questo pentolone verrà scoperchiato e chi ha da pagare pagherà, sia del passato governo che dell’odierno. Dell’imprenditore Giusti non abbiamo saputo più nulla – afferma Orsola Giampiccolo, una delle lavoratrici del laboratorio. La Regione ha tutta la documentazione in mano ma non dà alcuna risposta all’imprenditore, preferendo affamare 80 famiglie invece di dargli finalmente una dignità facendo sì che l’imprenditore possa investire in Sicilia”.
Ipotesi, però, sfumata. Oltre che una grande occasione persa che ripiomba la situazione della Myrmex in un limbo. In attesa che qualcuno possa acquistare il laboratorio a un euro.
La vertenza che lascia ancora in sospeso i destini lavorativi degli ex ricercatori del laboratorio d’eccellenza, sembra dunque complicarsi ancora una volta e molto duramente. Scrivono Filctem e Cgil in una nota: “Abbiamo atteso per mesi che la Regione ci convocasse ma aldilà di rassicurazioni informali, non abbiamo avuto alcun riscontro.Dopo anni di promesse di ben tre governi regionali cadute nel vuoto e di attese senza alcun riscontro concreto, si lascia morire, e nel peggiore dei modi un’eccellenza del nostro territorio.
Dopo le tante parole del governo Crocetta e gli inaccettabili silenzi del governo Musumeci, nessuno a livello istituzionale ha interloquito con l’imprenditore italo libanese che si era dichiarato interessato a creare sviluppo e occupazione nel territorio catanese, e nessuno si è posto il problema di comunicare ai lavoratori e al sindacato, che la Regione riteneva che non ci fossero più prospettive di soluzione.
Riteniamo inaccettabile che in una fase in cui l’industria farmaceutica copre una buona fetta dell’export catanese e nel complesso il settore farmaceutico continua ad essere in fase di sviluppo quando si parla di eccellenza, di ricerca, di industria 4.0, si disperda la professionalità di tanti ricercatori e si lasci morire un centro d’eccellenza orgoglio del nostro territorio; centro che invece dovrebbe essere valorizzato e che dovrebbe contribuire allo sviluppo di Catania della Sicilia tutta”.