CATANIA. Assunzioni e denaro in contante. Così il clan Brunetto avrebbe tentato di mettere le proprie mani nella gestione dell’appalto dei rifiuti nel comune di Calatabiano. Queste le accuse mosse dalla procura di Catania a Salvatore Brunetto, fratello del defunto boss Paolo, imputato, insieme al suo fedelissimo Alessandro Siligato e a Luigi Franco, per tentata estorsione e furto aggravati dal metodo mafioso. Al centro delle attenzioni del clan la Caruter, azienda attiva nella gestione del servizio dei rifiuti in diversi comuni dell’area ionico etnea, tra cui Calatabiano.
Nel corso dell’ultima udienza del processo, in corso davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Catania, presieduta da Ignazia Barbarino, Luigi Franco ha reso dichiarazioni spontanee. L’imputato ha ammesso di essere stato incaricato da Vito Strano, condannato per le stesse accuse in via definitiva a 4 anni e 10 mesi nel processo scaturito dal primo troncone dell’inchiesta, di chiedere informazioni sul furto dei mezzi dal deposito della ditta a Pasteria, frazione di Calatabiano.
Tra le persone a cui si sarebbe rivolto ci sarebbe anche Alessandro Siligato. Nessuno però sarebbe riuscito, sempre secondo il racconto dell’imputato, a fornirgli indicazioni. Diversa la ricostruzione dell’accusa, secondo cui Alessandro Siligato, fedelissimo di Salvatore Brunetto, avrebbe condotto Luigi Franco nel posto in cui era stata nascosta la refurtiva, in una zona di campagna ricadente nel comune di Fiumefreddo di Sicilia. Ciò avrebbe consentito a Vito Strano di porsi quale intermediario tra il clan e l’azienda.
Nel corso dell’udienza è stato sentito anche un appuntato dei carabinieri della Compagnia di Giarre, giunto al deposito della Caruter dopo il furto per un primo sopralluogo. Il militare, teste della difesa, ha confermato di non aver trovato al suo arrivo né lucchetti rotti né segni di effrazione. Il cancello era già stato aperto dagli operai giunti per iniziare il turno di lavoro.
Per la difesa questo dimostrerebbe che a compiere il furto sarebbe stato qualcuno in possesso delle chiavi. Il 22 gennaio 2019 prenderanno il via le discussioni di parte, con la requisitoria del pubblico ministero Rocco Liguori e le arringhe dei legali Ernesto Pino, Michele Pansera e Giovanni Spada.