CATANIA – Avrebbero iniettato un diserbante all’imprenditore Santo Giuffrida provocandone la morte. Un piano diabolico pensato dalla compagna Barbara Bregamo e messo in atto sedici anni fa su ordine di Luciano Cavallaro, oggi diventato collaboratore di giustizia. È lui che ha vuotato il sacco e svelato il raccapricciante delitto. Alfio Maugeri e Antonio Zuccarello rischiano il processo per omicidio. Il Gup Giovanni Cariolo il 4 luglio dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm Marco Bisogni. L’udienza preliminare infatti è stata aggiornata per le repliche delle parti. I difensori, gli avvocati Miriam Condorelli e Marco Trincali per Maugeri e l’avvocato Francesco Silluzio per Zuccarello, hanno chiesto al Gup sentenza di non luogo a procedere. In un primo momento i difensori avevano chiesto al Gup l’abbreviato condizionato ad alcune perizie scientifiche e alla riesumazione del cadavere dell’imprenditore misterbianchese.
Istanza rigettata dal giudice che ha ammesso al giudizio abbreviato secco la compagna (battezzata la “circe” di Misterbianco), indicata come la mandante del delitto, e Francesco Indorato, accusato del ferimento di Giuffrida nel 2001. Anche il tentato omicidio sarebbe stato pianificato dalla Bregamo con la complicità di Cavallaro, per cui si procede separatamente. Ammessi come parte civile i familiari della vittima (fratello e figli) assistiti dall’avvocato Eugenio De Luca. Il prossimo 21 giugno proseguirà il processo abbreviato con le arringhe dei difensori. E dopo il Gup – salvo repliche – si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.