CATANIA – Controcorrente. La situazione della città di Catania in relazione alla raccolta differenziata sembra andare nella direzione opposta rispetto al resto dei Comuni siciliani che, salvo alcune grandi eccezioni, hanno avviato un sistema che sta dando buovi risultati. Le percentuali registrare dalla città etnea, infatti, sembrano addirittura diminuite negli ultimi mesi, vedendo calare il livello al di sotto del già disastroso 10 per cento, nonostante l’avvio del porta a porta in una porzione di città, via via sempre più ampia. E sarebbe questo il primo, evidente, segnale, che a Catania qualcosa non funziona proprio. Al di là del fallimento della gara settennale, deserta ancora una volta.
Così la pensa il responsabile dell’ufficio speciale per la raccolta differenziata, Salvo Cocina, secondo cui l’inefficienza del sistema Catania danneggerebbe l’intera Città metropolitana, oltre a causare danno erariale. “E’ quello che abbiamo riportato nelle nostre diffide inviate ai Comuni a bassissime percentuali – spiega il dirigente. Danno erariale – prosegue – che è pari ai maggiori conferimenti in discarica, rispetto al 65% imposto dalla legge; alle minori entrate derivate dai contributi Conai; e in più c’è l’addozionale di legge. A questo, vanno sottratti i costi aggiuntivi del servizio porta a porta, che in effetticosta di più, perché c’è maggiore incidenza di manodopera”.
Il caso Catania, però, sembra davvero grave, con percentuali che scendono piuttosto che salire, nonostante in parte della città sia stato applicato il porta a porta; e dove è in vigore un appalto “ponte”, affidata al raggruppamento di imprese Senesi – Ecocar, in attesa che la gara per l’affidamento settennale del servizio vada in porto. Al momento nessuno ha infatti risposto alla chiamata del valore di trecento milioni. “Il problema di Catania è che, dal 13% per cento di ottobre è scesa al 9% quest’estate – sottolinea Cocina. Il porta a porta avviato prima a Santa Maria Goretti e ora in una porzione della città – continua – dovrebbe portare almeno al 30-40% di differenziata. Questa è senz’altro un’anomalia. In più – eviedenzia – il sistema porta a porta è costato”.
Anomalia dice Cocina, che l’ufficio da lui diretto avrebbe potuto verificare, e sulla quale avrebbe potuto intervenire. Così come sulla gara d’appalto, andata deserta. “Non ci sono arrivate richiesta dal Comune – dice Cocina. Ma Catania ha una struttura ed è ben dotata di ingegneri e del supporto del Conai, e penso che possa lavorare a un capitolato ottimale. La cosa anomala – precisa – è che siamo alla seconda gara andata deserta, questo dovrebbe richiamare l’attenzione dell’amministtazione”.
Ritardi che non aiutano certo a migliorare la situazione e che comportano un continuo ricorrere a proroghe. “E’ chiaro che, rispetto a 110 Comuni oltre il 50%, anche grossi – aggiunge Cocina – avere i capoluoghi con percentuali così basse è un danno culturale. E poi ripeto, Catania è misteriosa, perché le percentuali non salgono neanche con la raccolta differenziata in un’ampia zona dove vivono circa 40mila persone. Cìè sicuramente qualche disfunzione nel servizio, negli omessi controlli e atti di vigilanza da parte degli organi competenti. Insomma, è un sistema che non sta funzionando bene”. Secondo Cocina, in ogni caso, due gare deserte dovrebbero provocare reazioni. “Gli organi competenti devono adottare provvedimenti nei confronti dei progettisti di questi capitolati – dice l’ingegnere. Credo che anche l’assessore abbia il dovere di cercare le cause – aggiunge – e non, in modo pilatesco, lavarsene le mani mandando le carte all’Anac.
L’ufficio speciale per la differenziata sta analizzando l’appalto, per verificare cosa non funzioni. Nel frattempo, si procede con le proroghe con la nuova gestione, le cui imprese . “I risultati sono peggiori della precedente gestione – dice Cocina – perché il progetto di fondo, che prevede ancora i cassonetti, è concettualmente sbagliato. E’ anche vero – continua – che dove c’è il porta a porta e la gestione diretta del Comune, non si hanno risultati apprezzabili”.
Eppure, anche grosse realtà, comuni importanti come Acireale, che ha avviato da poco il sistema porta a porta, stanno ottenendo buoni risultati, pur con qualche difficoltà. “Acireale ha avuto dei problemi all’inizio – conferma il commissario – e continua ad averli; ha problemi di rifiuti abbandonati, ma sta risalendo la china. E’ un trauma passare alla differenziata – sottolinea – ma si può fare. E se Catania faccesse una buona raccolta differenziata, chiuderebbe il cerchio. Perché il problema grosso del sistema Catania Città metropolitana è che, mentre nei Comuni della cintura viene effettuato il porta a porta, la città con i suoi cassonetti rappresenta la valvola di sfogo”.