Nel corso di un monologo diffuso attraverso un messaggio nei giorni scorsi dalle maggiori testate giornalistiche locali, il Sindaco di Catania, On.le Enzo Bianco, ha dichiarato – ancora una volta in modo del tutto inopportuno – che il licenziamento dell’architetto Annamaria Li Destri, già Direttore della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, ha rappresentato un esempio di lotta alla illegalità avviata dalla sua Amministrazione. A sostegno della correttezza di quella scelta ha comunicato che il licenziamento è stato confermato da ben due giudici diversi.
Tale affermazione non corrisponde a verità ed è fuorviante, in quanto suggerisce al lettore di quella dichiarazione che due giudici di merito (primo grado e appello) avrebbero ritenuto valide le ragioni addotte dal Comune di Catania, quale datore di lavoro, a sostegno di quel licenziamento.
Probabilmente ignora che la fase cautelare è cosa ben diversa dal giudizio di merito e che, in essa, non viene espresso alcun giudizio sulle “ragioni” che hanno portato al licenziamento.
Senza volere entrare nel merito delle polemiche politiche che in questi giorni stanno investendo il Sindaco della città di Catania, i cui cittadini aspettano di ricevere dall’amministrazione comunale ben altre risposte da quelle rilasciate nel corso di quel monologo, ricordiamo che il licenziamento dell’architetto Li Destri non può, già da adesso, costituire un esempio di lotta alla illegalità.
Ancora una volta, infatti, il Sindaco per giustificare i rimproveri che da più parti del mondo della politica gli vengono rivolti e sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle recenti inchieste giudiziarie che hanno lambito la sua amministrazione, sbandiera il licenziamento “in tronco” della dirigente come esempio di sana amministrazione, quando in realtà i fatti sono diversi da come immaginati dallo stesso Sindaco Bianco. Tale ulteriore dichiarazione costituisce, ancora, un’indebita interferenza nel processo penale compiuta da chi (lo stesso Bianco) è stato indicato quale teste dalla difesa dell’architetto Li Destri e stride con le risultanze dibattimentali e le prove testimoniali formatesi nel processo.
Ricordo che la valutazione sulla legittimità del licenziamento della Direttrice della Direzione Ecologia e Ambiente è sottoposta alla valutazione del Tribunale civile di Catania, sezione Lavoro, davanti al quale è pendente il termine per proporre appello avverso una sentenza di primo grado, la cui motivazione è basata, essenzialmente, sulla pendenza del processo penale.
Infatti, sono rimaste senza riscontro le ragioni per le quali il Sindaco non volle dare risposta alla richiesta urgente di indirizzo politico avanzata dall’arch. Li Destri sulla prosecuzione dell’attività di officina gestita dalla P.D. s.r.l.; il direttore, in quella circostanza, aveva suggerito di procedere all’esecuzione di quei lavori con le sole risorse disponibili presso il Comune di Catania, con notevole risparmio di spesa e, pertanto, senza affidare a ditte esterne la fornitura del servizio.
Inoltre, è rimasta senza riscontro la domanda sul perché, nonostante la richiesta di sospensione dell’avviso di gara, avanzata sempre dall’arch. Li Destri al Sindaco del Comune di Catania, in attesa di un parere sollecitato dallo stesso architetto Li Destri all’Autorità Nazionale Anticorruzione sulle prescrizioni inserite nel bando di gara e nel CSA, l’Amministrazione Comunale volle procedere, a tutti i costi, allo svolgimento di quella gara (che si concluse senza aggiudicatari, per assenza dei requisiti); perché medesimo atteggiamento venne tenuto dall’Amministrazione Comunale anche quando furono gli stessi componenti la Commissione per l’Aggiudicazione che sollecitarono l’Amministrazione Comunale ad accogliere l’invito alla sospensione della gara proposto dall’arch. Li Destri ed, anzi, si volle procedere nonostante tutto quanto sopra descritto.
Resta da chiarire quali furono le responsabilità del RUP circa il contenuto di un bando di gara che venne discusso con altri Dirigenti di altre Direzioni del Comune e con la stessa Avvocatura Comunale (cui vennero avanzate proposte di parere).
Al Tribunale di Catania, sezione penale, ho già proposto la calendarizzazione del processo, al fine di definire nel più breve tempo possibile, quanto meno, il giudizio di primo grado.
Tuttavia, è utile ricordare che non è possibile accusare l’ex Direttrice della Direzione Ecologia di aver compiuto atti illeciti nel corso della gara per l’aggiudicazione dei lavori bandita nel corso dell’anno 2009, favorendo un’impresa in luogo di altra, perché l’architetto Li Destri non ha rivestito alcun incarico nella procedura per l’affidamento di quei lavori.
Ciò è tanto più vero laddove si consideri che l’arch. Li Destri ha già avuto un provvedimento di archiviazione per un’indagine avviata a suo carico e avente ad oggetto proprio la gara del 2009.
Mentre, la gara dell’ottobre 2013 si è conclusa senza aggiudicatari.
In verità il provvedimento di licenziamento è stato un atto ingiusto e illegittimo, perché rivolto nei confronti di colei che aveva denunziato personalmente alla Procura della Repubblica fatti aventi rilevanza penale, accaduti all’interno del sito di Pantano D’Arci, posti in essere a danno dell’Amministrazione Comunale.
Fatti questi che sono stati ripresi di recente in una lettera anonima indirizzata al Sindaco e ai Gruppi Consiliari del Comune. Lettera di cui abbiamo chiesto, formalmente, copia.
Ricordo, e questa è cronaca cittadina, che ancora oggi la società concessionaria sta proseguendo nell’esecuzione di quell’incarico in regime di prorogatio, in assenza di aggiudicazione, perché le gare proposte per definire la scelta del contraente per la esecuzione della fornitura dei servizi in questione sono andate “deserte”, per assenza di ditte interessate.
Ricordo che il processo penale rappresenta il luogo deputato alla verifica della responsabilità di un cittadino accusato della commissione dei reati.
I principi costituzionali della presunzione di innocenza e del giusto processo rappresentano, ancora, i capisaldi del nostro Stato di diritto, nonostante i tentativi di attacco provenienti da più parti.
Tali principi impongono di considerare il cittadino imputato non colpevole fino al passaggio in giudicato di una sentenza, che ne sancisce la responsabilità, in seguito ad un processo celebrato nel contraddittorio delle parti.
Ad oggi nessuna sentenza ha pronunciato un giudizio di colpevolezza nei confronti dell’architetto Li Destri che dovrà, così, essere ritenuta innocente anche da quell’Amministrazione che l’ha licenziata.
D’altro canto, un buon amministratore della “cosa pubblica” deve pretendere il rispetto dei principi di legalità.
Principi di legalità che vietano agli organi politici di porre in essere pratiche di spoil system, così come vietano al decisore politico di mettere in atto pressioni e coercizioni nei confronti dei dirigenti preposti agli organi di gestione della stessa P.A.
avv. Dario Riccioli