CATANIA – Bocciatura completa dell’esperienza Bianco. Salvo Pogliese, ancora entusiasta per il successo nella battaglia referendaria per il no alla riforma costituzionale, critica aspramente l’attuale primo cittadino di Catania, colpevole secondo l’eurodeputato azzurro, di aver pensato che la città fosse ferma all’ultima esperienza da sindaco dell’ex ministro degli interni, e di aver fatto di tutto in questi anni, fuorché amministrare. “Lo sguardo è sempre su Catania, nonostante gli impegni europei” – afferma.
Come giudica questo 2016 per la città di Catania?
Credo che non ci sia quasi nulla di positivo e che l’anno si chiuda in maniera negativa per tutti. Ci sono carenze oggettive da parte di questa amministrazione, che non ha risolto dei nodi di fondamentale importanza per la città, e che ha addirittura determinato il peggioramento della situazione economica del Palazzo, e questo non lo dice Salvo Pogliese, fiero oppositore di Bianco, ma la Corte dei conti regionale e nazionale. Non ha contribuito a risolvere il problema del traffico, con l’inizio della sua esperienza amministrativa, mi riferisco al Tondo Gioeni che è stato assolutamente devastante per quello che ha arrecato non solo a quella parte della città. Non ha incrementato il Brt, cosa che Stancanelli è stato in grado di creare. Non ha risolto i problemi della differenziata che, secondo i dati più recenti, pare sia addirittura diminuita, nonostante i progetti specifici. Per non parlare del commercio, soffocato. Insomma, un disastro assoluto. Credo che Bianco abbia perso lo smalto della sua prima esperienza amministrativa. Quella attuale credo sia assolutamente deludente e, da catanese, mi auguro che qualcosa possa cambiare nel 2017.
Delle cose da lei elencate, in questi tre anni non c’è nulla da salvare? Nulla che, da politico onesto, pensa sia un buon risultato?
Beh, forse il museo egizio, quando e se sarà realizzato e reso operativo, sarà importante e qualificante per la città. Di sicuro, ci aspettavamo di più da un uomo con la sua esperienza. Bianco, probabilmente, era convinto di trovare la Catania degli anni Novanta in termini di risorse finanziarie spendibili ma, anche su questo tema, non ha saputo dar vita a un’esperienza particolarmente attenta alle difficoltà economiche della città, alcune peraltro, determinate dalla sua precedente esperienza amministrativa, quando si spendeva in maniera allegra. I mutui contratti hanno determinato un debito per la città, che sta ancora pagando il conto.
L’errore più grosso che pensa abbia fatto il primo cittadino, invece?
Mi sarei aspettato di più sul tema del risanamento dei conti. Quella è la vera emergenza e credo che questo sia il terreno su cui si manifesta l’incapacità di questa amministrazione. E poi credo si sia inasprito troppo il tono dello scontro, e che chiunque faccia politica debba aspettarsi critiche legittime, a volte più dure delle altre. Fa parte del gioco e bisogna saperlo accettare. Le critiche possono venire anche dai media e dai movimenti. e si può essere infelici nel riceverle, ma l’uso della querela per diffamazione credo debba essere riservato a casi eccezionali, e non come ho letto abbia fatto il sindaco in questi ultimi mesi.
Il risultato del referendum è stato come un’iniezione di fiducia per il centrodestra che, negli ultimi anni, sembrava quasi scomparso.
Durante la campagna referendaria, eravamo convinti che il 4 dicembre potesse rappresentare uno spartiacque nel nostro Paese e per il centrodestra. Anche e soprattutto per la mia coalizione e per il mio partito. Eravamo convinti che avremmo vinto, ma non con quelle percentuali e con un dato siciliano entusiasmante. Catania è la città capoluogo di provincia con la percentuale di no più alta, e questo credo debba far riflettere Enzo Bianco e Rosario Crocetta. Perché vi è ovviamente una parte del dissenso che è stato manifestato nei confronti del governo nazionale e di Renzi, ma vi è anche una parte che ha bocciato il governo regionale e cittadino. Il dato delle sezioni di Librino, che ha visto il no imporsi con oltre il novanta per cento, è ancora più emblematico: il record dei record in un quartiere con problematiche particolari e al quale Enzo Bianco ha riservato una grande attenzione alle ultime elezioni amministrative. Quel 90% penso rappresenti un’enorme bocciatura nei confronti del sindaco. Poi, scomodare Sant’Agata è stato un errore madornale. Da parte nostra, e non solo, c’è stata una grande mobilitazione trasversale. Devo dire che Forza Italia ha dato dimostrazione di grande radicamento territoriale. Siamo tornati, finalmente, dopo qualche anno di assenza, nelle strade e nelle piazze, con banchetti, convegni, dibattiti e porta a porta. Io credo sempre in un partito radicato nel territorio. E’ importante oggi comunicare sui social, avere un seguito anche virtuale, ma bisogna stare tra la gente per percepirne l’umore, le problematiche. E noi siamo tornati per le strade.
Alla luce del risultato referendario e della ripresa del centrodestra, pensa che nel suo prossimo futuro possa esserci Palazzo degli elefanti?
Non le nascondo che da più parti, al di là del mondo partitico, da parte di altre realtà, da organizzazioni datoriali e sindacali, è stato fatto il mio nome come ipotetico candidato sindaco. Questo mi gratifica. Io sono catanese, fiero di esserlo, innamorato della mia città e dei colori della mia città. E credo che per qualsiasi persona che ha concepito l’impegno politico come lo concepisco io, potrebbe essere un sogno fare il sindaco della propria città. Una cosa che mi gratifica e che verrà valutata a tempo debito. Al momento è giusto che io faccia, con l’impegno e la passione di sempre, quello che i siciliani mi hanno indicato di fare, per fare il quale ho rinunciato alla vicepresidenza dell’Ars, cioè l’eurodeputato.
E’ una scelta che farebbe volentieri?
Sarei felicissimo di fare il sindaco di Catania. Ma ci sono anche altre ipotesi sulla presidenza della Regione. Sono lieto e mi gratifica molto che intorno a me e nei miei confronti ci sia tanta stima e affetto,da parte di dirigenti del mio partito, di altre forze del centrodestra, e da parte dei cittadini comuni.
Se fosse il sindaco di Catania e ci fosse bisogno di dichiarare il dissesto, di fronte a una situazione che non vede soluzioni, lo farebbe?
Da quello che ho percepito, parlando con persone che hanno ben chiara la situazione dei conti del Comune, penso sia un’ipotesi concreta. Come estrema ratio, ovviamente, se dovesse essere l’unica soluzione possibile per poter ripartire, credo che lo farei. Non ho elementi per affermare che sia giusto farlo, speriamo di no, perché comporterebbe sacrifici per tutta la città; ma se non dovessero esserci alternative è giusto assumersi la responsabilità, soprattutto nella prima parte del mandato, per poter ripartire nella seconda parte.