CATANIA – Quello che non gli manca è certamente il buon gusto. Arnaldo Santoro aveva scelto infatti una villetta nel bellissimo tratto di litorale Arenella di Siracusa per nascondersi. Ma la sua latitanza è durata meno di due mesi, perchè a dargli la sveglia stamattina sono stati i poliziotti della Squadra Mobile. Inutile il tentativo di fuga da una finestra laterale: i poliziotti, che avevano cinturato l’abitazione, lo hanno acciuffato e ammanettato. Arnaldo Santoro, 39 anni, sarebbe il “capo” del gruppo di San Cocimo (legato alla famiglia Santapaola) che fu decimato lo scorso gennaio nell’ambito dell’operazione Kiss. Il nome del blitz fu dato per il rito (o un modo per farsi notare) del saluto con bacio a stampo che si scambiavano le giovani leve dello spaccio di San Giorgio. Santoro in quell’occasione riuscì a sfuggire alla cattura.
Le accuse nei confronti degli indagati (in totale sette) sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché reati in materia di armi, con l’aggravante di favorire l’organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano.
Ricapitoliamo l’indagine. L’inchiesta coordinata dal pm Rocco Liguori della Dda di Catania è scattata nel mese di maggio 2014 dopo un maxi sequestro (260 chili) di marijuana trovati a casa di Carmelo Natale Anastasio, che fu arrestato in quell’occasione. Partì una complessa indagine che permise di capire che lo stupefacente era destinato alla piazza di spaccio di via Rondine a San Giorgio, che era direttamente rifornita dal gruppo dei Nizza, che fanno riferimento al latitante e capo Andrea. Gli accertamenti (anche tecnici) portano a idenficare in Santoro il “capo promotore” dell’organizzazione criminale.
La gruppo di San Cocimo opera nel cuore di San Cristoforo: “tempio” indiscusso dei Santapaola Ercolano. Siamo nella zona attorno a via Damiano, dove pochi giorni fa è stato rimosso su provvedimento del Questore Cardona lo “striscione” (di chiara cultura mafiosa) per il rientro a casa di Roberto Spampinato.
Il gruppo di San Cocimo è stato storicamente “guidato” da Maurizio Zuccaro, 55 enne, ritenuto esponente di spicco della “famiglia” e al momento detenuto. Al suo posto appena entrato in carcere è subentrato Lorenzo Saitta, detto “Salvuccio Lo Scheletro”, nipote “acquisito” di Zuccaro. Saitta ha seguito il destino dello zio finendo in gattabuia molto presto: il suo ruolo di “capo” sarebbe stato ricoperto dal cugino Arnaldo Santoro. Il latitante catturato oggi dunque altri non è che il cugino dello “Scheletro”, elemento di “rilievo” nella piramide di Cosa nostra catanese. Ultimamente il gruppo di San Cocimo e i Nizza avevano fatto una sorta di “alleanza” per il rifornimento della droga da “smerciare” nella piazza di San Giorgio.