CATANIA – “In quel rapporto delicato tra l’uomo e l’ambiente, il paesaggio è quella cultura che abbraccia tutte le culture”. Citando il saggista Barry Lopez, la sovrintendete ai Beni Culturali di Catania, Fulvia Caffo inaugura la casa che fu di Giovan Battista Vaccarini nei pressi del porto. Per la prima volta si aprono le porte della “Domus Vaccarini” la casa dove visse il più importante architetto della ricostruzione di Catania dopo il devastante terremoto del 1693. In via Colapesce 34, nel cuore della Civita, che ai tempi era lambita dal mare, il Vaccarini si trasferì da Palermo, per dare il suo contributo alla realizzazione del nuovo impianto urbanistico e paesaggistico della città.
Un evento nell’evento quello del 3 novembre scorso, che si è distinto non soltanto per il successo di pubblico ma soprattutto per il suo stile sobrio e decisamente elegante. Sotto lo sguardo attento del Rettore di Catania Giacomo Pignataro e quello compiaciuto del sindaco Enzo Bianco, che si accompagnava all’Assessore al decoro Urbano Salvo di Salvo, oltre al taglio del nastro della “Domus” è stata anche inaugurata la mostra “Volti e luoghi della Catania letteraria, da Giovanni Verga a Giuseppe Bonaviri”.
Un viaggio nel tempo e nei luoghi della terra etnea attraverso una selezione di brani di undici scrittori e oltre ottanta citazioni letterarie; circa duecento fotografie che illustrano i centri urbani, i monumenti, i paesaggi della provincia, l’Etna e ancora, immancabile, la tradizione dell’Opera dei Pupi siciliani. “Un posto del cuore ma anche un posto della memoria dei catanesi” – ha commentato la Sovrintendente durante il suo accorato prologo che ha preceduto il taglio del nastro della dimora storica.
“Questa casa è rimasta chiusa per decenni. La Regione Siciliana negli anni ’80 la acquistò e dopo un primo restauro venne purtroppo chiusa nuovamente. Adesso torna al suo splendore grazie a un’iniziativa direttamente promossa dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana, con una mostra gratuita che da oggi sarà aperta al pubblico fino all’8 dicembre 2015”.
La mostra Volti e Luoghi della Catania letteraria, ospitata alla Domus Vaccarini, centra il suo obiettivo e si candida a divenire un luogo della memoria dove visitatori, turisti e catanesi possono approfondire la conoscenza delle proprie radici culturali anche tramite il viaggio di citazioni e fotografie presentati nella mostra. Queste raccontano paesaggi dell’infanzia, le interrelazioni tra vecchi e nuovi cittadini, le vicende umane dei siciliani che s’intrecciano con le leggende, i miti, il mare, la campagna e la montagna. Tutto viene descritto tramite le parole degli 11 autori catanesi prescenti accompagnati dall’occhio della macchina fotografica, che tenta di indagare la realtà attraverso trame di vita che si snodano nel vissuto dei tempi e che riecheggiano ancora in quello di ognuno di noi.
Tra le oltre 150 fotografie, molte realizzate per la mostra dai fotografi della soprintendenza, si ritrovano anche foto d’epoca provenienti dall’archivio dell’ente. Documenti letterari e pubblicazioni di libri autografi, il tutto corredato da schede dettagliate dei luoghi rappresentati. E’ un viaggio nel viaggio, di profonde suggestioni che raccontano il patrimonio storico e artistico di Catania e dei comuni vicini che s’incontra con le citazioni letterarie dei nostri autori più importanti, da Verga, dicevamo, a Capuana, passando per Mario Rapisardi, Federico de Roberto, Ercole Patti, Vitaliano Brancati, Enzo Marangolo e ancora Goliarda Sapienza e Giuseppe Bonaviri.
Nella visita delle stanze della Domus, accompagnati dalla brillante Archeologa Mariateresa Di Blasi, abbiamo immaginato un itinerario della vita e dei suoi cicli attraverso le foto proposte nelle sale. Abbiamo discusso di questo veri e propri luoghi dell’anima. È questa la forza del paesaggio che diviene emozione indelebile nella memoria di ognuno di noi, per cui vale citare la riflessione della Sovrintendente Caffo che, parafrasando Pirandello conclude: “Se la vita è rappresentazione il paesaggio può essere il palcoscenico dell’uomo”.