CATANIA – Sicilia divisa in due: le reazioni della politica. Una grandinata di commenti e comunicati stampa seguono il crollo del pilone dell’autostrada A19 Palermo-Catania. Il mondo della politica ci tiene a prendere le distanze, avanzare proposte o additare responsabilità. Nelle stesse ore i cittadini siciliani si interrogano sulle colpe della politica: quello che resta è un’isola tagliata in due e un senso invadente di insicurezza e arretratezza. “Siamo la Regione dei percorsi alternativi e mai delle soluzioni definitive: lo dimostra, in ordine di tempo, quanto sta accadendo sulla autostrada Palermo-Catania divisa in due dal crollo del viadotto. Cosa si fa? Si rimpallano colpe e responsabilità e la Sicilia, che certo non vanta un sistema infrastrutturale invidiabile, resta spaccata, frazionata, frammentata per colpa di una politica che preferisce spendere 700 mila euro per andare a fare una missione (i cui esiti non si conoscono) in Qatar piuttosto che preoccuparsi dei veri problemi dei siciliani”.
Questo dice la deputata del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo che non risparmia critiche nemmeno al governo nazionale: “Da Roma ci attendiamo risposte concrete visto che questo governo Renzi millanta di pensare al sud, così come dichiarato più volte dal ministro Boschi sabato a Catania”. E aggiunge: “Ci pensa talmente al sud e alla Sicilia che dal DEF, il documento di economia e finanza, scompare il finanziamento per l’autostrada Catania-Ragusa, un’arteria strategica per lo sviluppo del distretto sud-est della Sicilia”.
Duro il commento del parlamentare nazionale di Sel Erasmo Palazzotto che venerdì presenterà un’interpellanza urgente al ministro per le infrastrutture Graziano Delrio. “La frana che ha investito i piloni della A19 si era mossa a cavallo tra i mesi di Marzo e Aprile, per quasi due settimane non ci sono stati interventi consentendole di raggiungere la sede dei piloni autostradali. Il disastro era quindi ampiamente evitabile e c’erano i tempi per impedirlo”, dice il deputato. Per Palazzotto: “Non è più possibile parlare di una calamità non prevedibile. Le responsabilità sono evidenti ed equamente distribuite tra governo regionale e organi nazionali. Per oltre un mese, da aggiungersi ai dieci anni precedenti, la frana ha avuto modo e tempo per avanzare liberamente. Intanto la relazione geologica del 2006 non è mai stata redatta”. “Una serie di errori, omissioni, mancati interventi e sciatterie ha oggi spezzato in due la Sicilia- continua Palazzotto- con i disagi e le conseguenze che aumenteranno di giorno in giorno. Intanto la rete principale e secondaria della regione cade a pezzi e non in modo metaforico. Mancano risorse e programmazione”.
Gli fa eco il parlamentare di Forza Italia Basilio Catanoso che chiede “una soluzione urgente e adeguata”. Il deputato avanza anche alcune proposte. “Penso al ripristino di un collegamento aereo che unisca gli aeroporti di Palermo e Catania, meglio se a basso costo, alla necessità urgente di rendere fruibili vie alternative al tratto di autostrada oggi inagibile, agevolando chi per lavoro e necessità, e cioè le tante imprese agricole siciliane, le aziende e le ditte di trasporto, è costretto a prolungare i percorsi di marcia proprio a causa della chiusura del tratto autostradale”. “Penso- aggiunge il deputato- anche ad un nuovo impulso per le cosiddette autostrade del mare che, oltre ad abbattere il volume di traffico del trasporto su gomma, rappresentano valida alternativa di collegamento con le restante regioni d’Italia.” Di “danno incalcolabile” parla il senatore di Forza Italia Vincenzo Gibiino, intenzionato a presentare un’interrogazione a Palazzo Madama “per chiedere al ministro delle Infrastrutture di fare piena luce sull’accaduto, accertando eventuali responsabilità, verificando altresì se l’opera in questione sia stata, nel tempo, adeguatamente monitorata e sottoposta a controlli, vista per di più la fragilità geologica del territorio” e ottenere risposte certe sul ripristino.
Sulla vicenda sono intervenuti anche gli eurodeputati Salvo Pogliese e Michela Giuffrida. “Il crollo dell’autostrada A19 è il simbolo del crollo della Sicilia con un vergognoso rimpallo di responsabilità, sport italico per antonomasia, tra Crocetta e l’Anas. La dura realtà dei fatti è che nel 2015 la distanza tra Palermo e Catania è tornata ad essere quella dell’800, con i siciliani costretti a viaggi di ore ed ore per raggiungere le due città più importanti dell’Isola” ha dichiarato Pogliese. Il deputato di Forza Italia ha sottolineato la drammaticità della situazione anche in relazione all’economia “già in forte sofferenza, che ora subirà un drastico aumento dei costi per il trasporto delle merci e persone sia per consumi di carburante che per incremento dei tempi di percorrenza”. Pogliese avanza due proposte: la riduzione del pedaggio sull’autostrada Messina-Catania-Palermo e del prezzo dei biglietti per il treno Palermo-Catania”.
La deputata Michela Giuffrida che plaude all’intervento del ministro Graziano Del Rio auspica “un’azione sinergica che non prescinda dal coinvolgimento dell’Unione europea”. Giuffrida rende noto di avere inoltrato due interrogazioni alla Commissione per i risarcimento per le categorie maggiormente colpite dal crollo e conoscere misure e iniziative si intende intraprendere per fare rispettare il Regolamento Ue, “che prevede che la rete transeuropea dei trasporti debba assicurare sicurezza e protezione dei movimenti dei passeggeri anche tenendo conto dei potenziali disastri naturali sulle infrastrutture”, e supportare le attività economiche, agricole e turistiche che ancora per molto tempo “subiranno danni incalcolabili”. “Ho chiesto inoltre – conclude l’eurodeputato – quali iniziative la Commissione europea intenda adottare, anche a mezzo di una indagine conoscitiva ed ispettiva, per garantire la transitabilità del viadotto e/o tempestive realizzazioni di infrastrutture alternative che garantiscano la continuità territoriale e riducano al minimo, e per un periodo comunque definito, disagi e danni che questa terra non può più sopportare. La deputata regionale Concetta Raia, invece, si rivolge direttamente alla commissione Territorio e Ambiente dell’Ars affinché “convochi immediatamente i vertici dell’Anas, delle Ferrovie e dell’assessorato Infrastrutture per conoscere qual è il piano di intervento che la regione siciliana dovrà predisporre per affrontare l’emergenza, perché di questo si tratta”.
La deputata democratica, inoltre, chiede che venga dichiarato lo stato di emergenza da parte dell’esecutivo nazionale. Il sindaco Enzo Bianco ha messo in campo una serie di proposte (collegamento aereo compreso) dopo un incontro con i deputati regionali. “Con i deputati – ha detto Bianco – abbiamo concordato sulla necessità di procedere alla nomina di un commissario straordinario perché venga il più rapidamente possibile ripristinata la piena funzionalità dell’autostrada Catania Palermo. C’è piena convergenza anche sull’idea di far partire da subito anziché tra quattro mesi i collegamenti ferroviari veloci tra le due maggiori città dell’Isola”. “Io stesso mi sto adoperando, con il pieno consenso di tutti, anche per cercare di ristabilire un collegamento aereo tra Catania e Palermo intanto con Ryanair che si è dichiarata tendenzialmente interessata. Vediamo se in questa fase di emergenza riusciamo a garantire anche un collegamento aereo in attesa che venga fatta il più rapidamente possibile questa autostrada, perché oggi la Sicilia è spezzata in due”. Sull’argomento è intervenuto anche il vicepresidente vicario del consiglio comunale di Catania Sebastiano Arcidiacono, insieme agli due consiglieri Carmelo Nicotra e Giuseppe Catalano del gruppo di Sicilia Democratica a palazzo degli Elefanti. “L’Anas attenui almeno in parte i disagi causati e si accolli gli oneri del pedaggio sulla tratta Messina Catania, sospendendo il pedaggio a carico dei pendolari e di quanti dalla Sicilia orientale sono costretti fare un lungo giro per raggiungere il capoluogo dell’isola”, ha detto Arcidiacono parlando di una “proposta di buon senso”. In contrasto con quello che il consigliere bolla come “un balletto di proposte, talune delle quali francamente surreali, a cui stiamo assistendo in questi giorni”.