CATANIA – “C’è una città delusa, con Bianco non c’è stata alcuna svolta amministrativa”. Marcello Failla, responsabile dell’area metropolitana di Sel, non ha dubbi: “Molti provvedimenti di questa giunta sono in perfetta continuità con le precedenti amministrazioni. Uno su tutti è il caso del Pua, riproposto secondo i criteri di Scapagnini prima e Stancanelli poi, e passato anche con i voti del centrodestra”. Insomma, che l’attuale dirigenza del partito di Vendola fosse all’opposizione della giunta di centrosinistra che governa Catania era cosa nota. La Federazione etnea passa ora alla fase successiva: mettere in rete tutte quelle realtà “critiche con l’amministrazione comunale o che esprimono semplicemente un’idea differente di città”. Il primo step è fissato per domani pomeriggio alla sala Bonaventura di via Sangiuliano. Il titolo del convegno è “Le proposte di Sel per la rinascita di Catania: legalità e beni Comuni”. Al tavolo ci sarà anche Maurizio Caserta, terzo incomodo durante la campagna elettorale del 2013 per Palazzo degli Elefanti.
In una prima battuta, nei comunicati stampa spuntava anche il nome di Orazio Licandro, assessore ai saperi condivisi e storico esponente dei Comunisti italiani. Assente però nella seconda stesura. “L’amministrazione è comunque invitata, siamo per il dialogo. Ma l’obiettivo principale è – continua Failla – di proseguire un percorso d’iniziative e di lotta. Ci vuole una svolta. Pensate che la raccolta differenziata, rispetto all’era Stancanelli, è diminuita”. Insomma, tra luci e ombre, restano tesi i rapporti con l’ala sinistra della giunta. Liquida la questione Enza Venezia, segretario del circolo Graziella Giuffrida: “Evidentemente, agiscono in maniera diversa dalla mia”.
È, di fatto, l’intera azione amministrativa della squadra targata Bianco a destare le criticità dei militanti di Sel: “Al di là degli annunci alla Renzi, il sindaco – si chiede ancora la Venezia – quanti problemi ha risolto? Secondo me zero. Sostenere i cantieri del Pua, del Porto e di corso dei Martiri non aiuta il turismo, ma solo gli affari di alcuni. Cementificare una città non è la soluzione vincente. Un milione di metri cubi alla foce del Simeto non servono proprio a nessuno. Anche quel poco che c’era di buono nel programma – sottolinea – non è stato realizzato. È una giunta che non ha fatto il bene della città. Per ora siamo d’innanzi ad un’azione politica fine a se stessa”.