Sanità, Agrigento e ponte: la giornata di Matteo Renzi in Sicilia

Sanità, Agrigento e ponte: la giornata di Matteo Renzi in Sicilia

Il leader di Italia viva, quattro tappe nell'isola

PALERMO – La sanità siciliana e il caso Trapani, Agrigento capitale della Cultura e il dilemma dell’acqua che manca. E poi il ponte e un messaggio di fuoco al presidente della Regione Renato Schifani.

Sono i temi al centro del tour siciliano di Matteo Renzi, che ha presentato il suo nuovo libro, ‘L’influencer’, ad Agrigento, Mazara del Vallo, Marsala e Palermo.

Matteo Renzi in Sicilia e lo “scandalo sanità”

Punto primo, quello che il leader di Italia viva ribattezza come “il più grande scandalo sanitario degli ultimi vent’anni di storia repubblicana”.

Renzi tuona sui ritardi negli esami istologici di Trapani: “A 206 malati di tumore è stato impedito di avere una diagnosi tempestiva. Più di 3000 esami istologici sono stati refertati con un ritardo incomprensibile e immorale”.

“Trovo allucinante – aggiunge Renzi – che venga io qui in ospedale per solidarizzare con malati, medici e operatori e non il presidente della Regione, che da quando è scoppiato il caso non ha mai messo piede qui.  Renato Schifani deve dimettersi, non gettare le proprie responsabilità su altri”.

Agrigento capitale della cultura

Altra provincia, altro tema. “L’idea di Agrigento capitale della cultura era bellissima. Chi ama la Valle dei Templi – ha detto l’ex presidente del Consiglio – e tutti i luoghi di questa città si rende conto che fare di Agrigento la capitale della cultura è una cosa bellissima, poi però l’influencer non sistema le strade, non sistema l’organizzazione culturale. La responsabilità del fallimento di Agrigento capitale della cultura è di Giorgia Meloni che è molto brava a fare comunicazione e influencer e per niente capace di governare”.

Ad accompagnarlo nel tour c’erano i responsabili territoriali del partito, Davide Faraone, Roberta Lala e Dafne Musolino.

“La storia dei tombini coperti ha fatto ridere tutta Italia. È dal 2023 che si sa che Agrigento è Capitale della cultura. Ma come si fa – ha incalzato il senatore – a mettersi ad asfaltare il giorno primo che arrivi Mattarella, coprendo anche i tombini e la settimana dopo bisogna andare a ricercare i tombini? È evidente che se parliamo di strade e quotidianità non puoi dare la colpa al presidente del Consiglio e assolvere il presidente della Regione, il sindaco e la struttura amministrativa. Poche chiacchiere, occorre fare quello che serve perché si sta sprecando”.

“Prima l’acqua, poi il ponte”

“L’acqua c’è in questa regione, mancano le infrastrutture idriche. A 400 metri in linea d’aria da qui, quando ero presidente del Consiglio ho firmato un piano da 6 miliardi al governatore della Regione Sicilia e una parte di questi erano per le infrastrutture idriche”.

Subito dopo parla del ponte: “Noi avevamo detto sì, dopo aver messo 6 miliardi per le strade, le ferrovie e le infrastrutture idriche. Prima fai queste opere e poi a quel punto il ponte diventa una bella opportunità. La Sicilia, e la provincia di Agrigento in particolare, ha le potenzialità – ha spiegato il leader di Italia Viva – per attrarre persone da tutto il mondo”.

“La Valle è uno di patrimoni dell’Unesco, è un posto straordinario – ha concluso Renzi – ma se hai un problema di mancanza d’acqua questo vuol dire che stiamo dando l’immagine peggiore di noi stessi”.

La frecciata di Mancuso

Il coordinatore regionale di Grande Sicilia Fabio Mancuso attacca il leader di Italia viva. “Apprendiamo con stupore che Matteo Renzi, dopo anni di assenza politica, ha deciso di fare scalo in Sicilia per impartire lezioni di morale e amministrazione. Un uomo che ha governato l’Italia a colpi di slide e slogan – lasciando dietro di sé solo rovine politiche – si presenta oggi a Mazara del Vallo come paladino della sanità pubblica”.

“La stessa sanità – aggiunge Mancuso – che il suo governo ha tagliato, smantellato, commissariato. Siamo sinceri: non abbiamo bisogno delle sue visite lampo, né dei suoi selfie solidali, né tantomeno delle sue prediche moralistiche. Il popolo siciliano ha memoria lunga, e ricorda bene cosa ha rappresentato Matteo Renzi per il Sud: nulla, se non promesse mancate e passerelle mediatiche. Sul caso degli esami istologici a Mazara, la Regione ha già avviato tutte le verifiche e gli approfondimenti necessari”.

“La gravità dei fatti richiede serietà – conclude Mancuso – non teatrini da campagna elettorale. A Renzi ricordiamo che la Sicilia non è un palcoscenico da sfruttare tra un’intervista e un tweet: è una terra che chiede rispetto, non opportunismo”.


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