CATANIA – San Berillo apre le porte e si mostra alla città. L’evento di stasera vale quanto un sfida dal vago sapore paradossale. Soprattutto per un quartiere noto ai più per il fenomeno della prostituzione. Ma quella è una storia che se non sa di vecchio, per lo meno si arresta alla superficie di un rione che della complessità ne vuole fare un registro da comunicare ai più. “Festa sì, ma per celebrare noi stessi”, avvertono gli organizzatori. Quella periferia nel cuore della città che è San Berillo, per una sera diventa un polo di attrazione. Un luogo dove fare musica, degustazione di cibi etnici e reading letterari. Insomma, un vetrina di orgoglio già alla sua seconda edizione. A vegliare sullo svolgimento della serata ci saranno i vigili urbani. Segno del patrocinio gratuito che il Comune ha garantito all’evento.
Ma si tratta, tuttavia, di “un’iniziativa che si regge sui suoi piedi”, spiega a LiveSicilia Maria Arena, direttore artistico dell’intera manifestazione. Creatività ma anche volontariato: “Sono qui a lavorare come tutti gli altri. Noi – aggiunge – ci crediamo nella costruzione di un grande dialogo, che non è solo tra le realtà che vivino qui nel quartiere, ma anche con l’esterno. Di questo ce n’è davvero bisogno, soprattutto in questo momento storico”.
Il momento storico a cui si appella Maria Arena fa il paio con lo sventramento del quartiere compiuto sessant’anni addietro. Un momento che, spiega l’attore Turi Zinna, senza la cui conoscenza “non si può comprendere la contemporaneità”. Per l’autore della Ballata a San Berillo si tratta di un fatto “che ha determinato un cambiamento antropologico. Ecco cosa significa – continua – spostare 30 mila persone da un quartiere a un altro. Allora c’era sì da risanare, ma non con l’atteggiamento dirigista che si è utilizzato. Ciò ha determinato un cambio d’identità. Ma non solo di chi abitava San Berillo, ma di tutta la città e della sua anima. Si è passati da una città più o meno industriosa e commerciale, a una malata di clientelismo. Certo, nel tempo le cose sono poi anche mutate”. Insomma, la paura diffusa è che quella stagione, in un modo o nell’altro, si possa di nuovo ripetere.
“Nessun sventramento”. L’assessore comunale all’Urbanistica, Salvo Di Salvo, cerca di calmare le preoccupazioni di chi vive, lavora, ama San Berillo così come è. Magari riqualificato, pulito, animato, ma con le sue caratteristiche storiche e architettoniche, ma soprattutto sociali, riguadagnate negli anni dal quartiere a luci rosse, oggi fucina di iniziative e imprese artigiane.
“Problemi non ce ne sono – aggiunge – se non quelli legati alla burocrazia e alle procedure amministrative. Questi sono tempi ragionevoli, ma piuttosto lunghi. Questa amministrazione ha posto molta attenzione sulla rigenerazione di San Berillo. Lo abbiamo fatto riprendendo un contratto che fu affidato nel lontano 2005 a due progettisti esterni, attraverso un bando ministeriale sul piano di riqualifica del quartiere. a distanza di ben 9 anni, su mia sollecitazione e su una richiesta da parte del Segretario generale, che prevedeva anche la rescissione del contratto con i due progettisti esterni, abbiamo acquisito al patrimonio dell’Ente il piano di riqualificazione che gli uffici stanno accuratamente studiando”.
Il progetto presentato dai due consulenti esterni, infatti, non sarebbe rispondente all’idea dell’amministrazione. “Ad un primo approccio – prosegue l’assessore – posso dire che il piano urbanistico di San Berillo, così come è stato realizzato, non rispecchia quelle che sono le nostre linee sul quartiere. Più volte abbiamo detto che va rigenerato ma non sventrato. Noi siamo per la riqualificazione del patrimonio esistente, non per lo sventramento”. Un recupero generico sotto tutti i punti di vista, dunque, quanto vuole realizzare l’amministrazione comunale, cercando di mantenere tutte le tipicità dello storico rione, non snaturandolo in alcun modo. “All’interno del quartiere, noto per essere stata la zona a luci rosse della città – aggiunge Di Salvo – si fa cultura, si vive e si lavora. E tutto questo va recuperato”.
Anche a livello edilizio e urbanistico, l’assessore conferma la necessità che sia redatto un piano di recupero. “Ne faremo uno in tempi brevi – continua – ma non sarà quello dei due progettisti. Quest’ultimo lo stiamo studiando in tutti i suoi dettagli, per poter fare le nostre controdeduzioni. Se i progettisti avranno la volontà di rivedere il piano in base alle nostre direttive possiamo proseguire questo percorso avviato. In caso contrario – evidenzia – provvederemo d’ufficio a realizzarne uno noi”.
Non sembrano intenzionati a cedere, dunque, i rappresentanti dell’amministrazione comunale, per quanto riguarda San Berillo. “Sono certo – conclude Di Salvo – che gli abitanti di San Berillo e i rappresentanti del comitato abbiano la percezione esatta di quanto il Comune abbia a cuore il quartiere”.
Roberto Ferlito, portavoce del Comitato, ribadisce la ragioni della propria battaglia: “Non ci dimentichiamo del nostro ruolo. Ed importante non abbassare mai la guardia sui nostri obiettivi. Sicuramente, noi siamo stati corretti con l’amministrazione e loro con noi. Quanto dice l’assessore Di Salvo è per noi un l’ulteriore certificazione che loro sono schierati su questo tipo di linea. Per noi, quindi, va bene così”.