CATANIA – Strade deserte, esercizi commerciali semivuoti, cresce l’ansia da Mondiale e se la prima partita disputata a mezzanotte aveva infuocato piazze e locali; quella di oggi, disputata alle 18, ha assunto tutt’altri contorni.
C’è una Catania attenta, silenziosa e raccolta col respiro sospeso. C’è chi è stato “costretto” al lavoro, come Patrizia che dal bancone della gioielleria dove lavora come impiegata a pochi minuti dall’inizio della partita ammetteva: “Dalle 17 in poi non è più entrato nessuno, l’esaltazione per il Mondiale ha un effetto eclatante su tutto!”. Ma c’è anche chi, libero professionista, ha deciso di abbassare prima la saracinesca del negozio appendendo un simpatico cartello con scritto: “Per ovvi motivi” (La foto in home page).
L'aula studio di Scienze Politiche
E gli studenti? Beh, anche quelli con gli occhi puntati verso lo schermo. A casa, da amici, ma non soltanto. Nell’Aula Studio di scienze politiche ad esempio, come documenta Chiara, riposte per 90 minuti penne e dispense, i ragazzi hanno assistito all’incontro grazie ad un maxi schermo.
Un orario quindi che ha aperto molte più porte, imponendo quasi con prepotenza la maglia azzurra anche a chi di calcio poco interessa, come? Attraverso i social network. Le pagine social, infatti, sono state letteralmente bombardate da “telecronache” in diretta dei vari utenti, fanatici e non, gasati o arrabiati, in un mix che ha reso tutte le timeline di Facebook brutte copie delle pagine della Gazzetta dello Sport.
E poco importa se gli Azzurri hanno dimostrato poca energia in campo, terminando il match con un gol incassato e una brutta sconfitta sulle spalle, perché sicuramente il rancore di questi minuti si trasformerà presto in pura adrenalina da scaricare davanti l’incontro-scontro, decisivo, con l’Uruguay.
