CATANIA – La legge obbliga le amministrazioni a rispondere entro 30 giorni alle richieste di accesso agli atti. Abbiamo testato sul campo la trasparenza del Comune richiedendo atti relativi a spese sostenute dall’amministrazione. Nonostante le richieste siano state protocollate nel mese di dicembre, di risposte non ne abbiamo avute. L’accesso agli atti da parte dei cittadini, garantito dalla legge 241 del 1990 e cristallizzato tramite il Piano triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2014-2016, approvato dalla Giunta comunale a febbraio – che, stando alle parole del primo cittadino, costituirebbe “Il suggello al patto di fiducia sottoscritto con tutti i cittadini e avvia un percorso in cui la trasparenza non è vissuta come mero adempimento formale, ma come impegno collettivo a vivere la responsabilità di cambiare Catania” – non è semplicissimo.
Le difficoltà non stanno nel chiedere documentazioni all’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune etneo, questo tutto sommato è semplice è veloce. Il personale è gentile, disponibile, e segnala addirittura gli eventuali errori da correggere per fare sì che la richiesta vada a buon fine. Il problema sorge, invece, per ottenere le risposte da parte delle direzioni interessate. I famosi 30 giorni entro cui la Pubblica amministrazione è tenuta a dare un responso al cittadino, infati, non sempre vengono rispettati. Ci sono casi, come il nostro ad esempio, in cui sono passati mesi e mesi- oltre 120 giorni – senza che quanto richiesto all’Urp abbia avuto seguito. Una responsabilità, però, che sarebbe in capo ai dirigenti dei vari uffici interessati, dal momento che abbiamo potuto constatare come il lavoro dell’Ufficio relazioni con il pubblico sia stato effettuato.
“Bisogna garantire l’accessibilità, la trasparenza e la fruizione degli atti nei tempi previsti dalla legge – risponde il responsabile del sindaco per le Relazioni esterne, Giuseppe Idonea. Purtroppo – continua – può succedere, come in questo caso, che per questioni organizzative, per la disponibilità del personale o, ancora, per la ricerca negli archivi, possano determinarsi questi intoppi. Rimane il fatto che è nostra ferma volontà fare in modo che questi contrattempi non si verifichino più”. Secondo Idonea, sarà più semplice rispondere alle richieste dei cittadini quando saranno digitalizzati tutti i documenti.