PATERNO’ – Ancora una volta denunciare il pizzo paga. Quattro presunti estortori sono finiti in manette dopo che un imprenditore agricolo di Biancavilla, nel 2013, si è presentato dai Carabinieri ed ha raccontato la sua storia fatta di minacce e prevaricazione. Sono scattate le indagini: delicate, anzi delicatissime.
Le manette sono scattate per Giuseppe Furnari, 37 anni e per il 26enne Sebastiano Emanuele Ludani, finiti ai domicialiari. Mentre per Antonio Distefano, 48 anni, Giuseppe Rao, 24 anni la notifica dell’ordinanza del Gip di Catania è avvenuta in carcere dove sono detenuti per altri motivi. Per i quattro le accuse sono di estorsione aggravata e furto con destrezza in concorso.
Gli indagati, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero offerto protezione all’imprenditore, che avrebbe ceduto alle minacce pur di evitare danni alla sua azienda e ai suoi mezzi. Al mese la vittima avrebbe versato somme variabili tra i 300 ai 500 euro. Una volta l’uomo avrebbe tentato di negare il pagamento ma gli “estortori” avrebbero preso il denaro, con violenza e forza, direttamente dalle tasche dei pantaloni.
Ad incastrare i quattro sarebbe stata la capacità degli investigatori a formulare la tracciabilità del denaro estorto: prima della consegna, infatti, le banconote erano state fotocopiate e quando i carabinieri sono andati a casa degli arrestati per la perquisizione hanno trovato proprio quel contante. Una prova “cruciale” dell’inchiesta, coordinata dalla Procura, che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip.