"Stancanelli? Volevamo| liberarlo da Lombardo" - Live Sicilia

“Stancanelli? Volevamo| liberarlo da Lombardo”

Si avvicina la sfida delle elezioni europee e LiveSicilia incontra Fabio Rampelli e Edmondo Cirielli, parlamentari di Fratelli d'Italia.

FRATELLI D'ITALIA
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CATANIA – La marcia dei Fratelli d’Italia riparte da sotto il vulcano. Si organizza infatti il partito di Giorgia Meloni sul territorio etneo. Inaugurate ben quattro sezioni nel giro di pochi giorni. Saracinesche alzate a Giarre, Fiumefreddo, Santa Venerina e Belpasso. All’appello manca invece Catania, città governata fino al giugno del 2013 da Raffaele Stancanelli. E dire che l’ormai ex primo cittadino ha potuto vantare anche un breve passaggio nella formazione fondata dall’amico e parlamentare di origini paternesi Ignazio La Russa. Stancanelli è oggi in Forza Italia. Strano a dirsi però: quando puntò al secondo mandato lo fece fuori dai partiti. Da semplice uomo di “destra”, diceva allora. Ricostruisce le fasi di quell’azione in solitario Fabio Rampelli, deputo di Fdi: “Noi – racconta a LiveSicilia – abbiamo tentato di stabilire un rapporto con lui già un anno fa, cercando di emanciparlo dai rapporti con Raffaele Lombardo, evidentemente non ci siamo riusciti. Prendiamo atto oggi – aggiunge Rampelli – del giudizio dei catanesi sulla sua stagione al governo”.

Catania è tuttavia una terra con un lunga tradizione a destra. “La pupilla dei miei occhi”. Così la definì, nel 1970, Giorgio Almirante dal palco di piazza Università. Da allora sono passati più di quarant’anni. “Oggi, noi di Fdi – riferisce Edmondo Cirielli, componente della commissione giustizia ed esteri della Camera riferisce – siamo convinti che con una classe dirigente nuova, si potrà tornare a quei fasti. Questa è una terra carica di passioni e tradizione”. Insomma, per la formazione nata dalla scissione a destra del Pdl, che concorrerà alle prossime europee con la riesumata fiamma di An nel simbolo, quello etneo è un territorio da ritenersi fertile.

Intanto però parte della vecchia An catanese ha preferito proseguire il percorso al fianco di Silvio Berlusconi. Un dato che non turberebbe affatto i piani di Fdi: “Sono convinto – sottolinea Rampelli – che chi ha scelto Forza Italia non è sereno come noi. Bisognerebbe parlarne con Salvo Pogliese o gli altri per capire se hanno avuto problemi psicologici o culturali a seguire una bandiera tanto lontana dai valori della destra italiana. Magari – aggiunge il deputato – il tempo potrà rimetterci sullo stesso lato della barricata. Dal canto nostro siamo stimolati a fare meglio rispetto a chi ha fatto una scelta opportunistica. Noi abbiamo fatto, invece, sin da subito una scelta rischiosa”.

Piovono critiche anche all’indirizzo del Nuovo centrodestra. Cassata la visita di Angelino Alfano da Mario Ciancio, editore de La Sicilia e attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Un gesto finito sotto l’attenzione del vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava. “Sicuramente inopportuno – stigmatizza Edmondo Cirielli –, evidentemente Alfano è in cuor suo convinto dell’innocenza di Ciancio. Da ministro degli Interni però dovrebbe far valere la prudenza. Quel suo saluto sembrerebbe contestare implicitamente il lavoro degli investigatori. Sia chiaro però – aggiunge – noi siamo comunque legalitari e quindi garantisti e non condanniamo nessuno prima dei processi. Ad Alfano contesto di aver votato lo svuota-carceri. Chi predica sicurezza dovrebbe puntare ad altro. Fava invece dovrebbe concentrarsi di più – continua – sui danni concreti di questo governo e non sui singoli gesti del leader del Ncd”.

Parole di scomunica anche per il  presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Ci auguriamo – aggiunge Rampelli – che la sua vicenda possa estinguersi con un atto di coraggio dei parlamentari Ars. Speriamo che una volta tanto possano guardare agli interessi della Sicilia. Se non ci fossero altri interessi in campo – continua – Crocetta se ne sarebbe già andato a casa. Bisognerebbe ridare la mano ai siciliani”. E mentre Fdi invoca il voto in Sicilia, si avvicina la data delle elezioni europee. Liste ancora tutte da definire sia nelle isole, come nel resto d’Italia. Tra le possibile candidature non si esclude la presenza del colonnello Sandro Pappalardo, biancavillese e già dirigente regionale del partito. Pronto invece il programma: “I trattati con l’Europa – annuncia Rampelli – vanno tutti rinegoziati. Bisogna inoltre uscire dell’euro. Tanti docenti universitari si sono esposti su questo fronte. Non è un dogma. A queste condizioni – conclude – non ci sta bene di continuare ad affamare la nostra gente. Basta dunque sudditanza”.

 


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