CATANIA – Una ristrutturazione ancora avvolta da interrogativi ai quali, nessuno fino a ora, ha dato risposte esaustive. La vicenda della ristrutturazione della Villa Bellini, infatti, nonostante formalmente si sia conclusa con la riconsegna alla città nel settembre del 2010, continua a fare discutere, in particolare il Comitato SOS Giardino Bellini che negli anni si è intestato la battaglia per fare chiarezza sui lavori che hanno riguardato lo storico parco cittadino e che, non avendo ottenuto replica, ha deciso di rivolgersi alla Commissione europea. “Visto il pesante e infinito silenzio in cui si sono trincerate le Istituzioni coinvolte nella riqualificazione del Giardino Bellini – scrivono i rappresentanti del Comitato – abbiamo inviato una missiva alla Commissione Europea per la Politica Regionale, finanziatrice del progetto per ben 19 milioni iniziali, per chiederne una improrogabile ispezione amministrativa e la conseguente verifica dei lavori svolti al 23 settembre 2010”.
Questo il testo integrale della missiva. “Dal 23 settembre del 2010 (giorno dell’inaugurazione per lavori mai verificati, come d’obbligo, dalla Sovrintendenza, forse tenuta fuori volutamente), la Villa si trova ad essere in un irrefrenabile depauperamento delle strutture architettoniche, artistiche e botaniche, dovuto a nostro avviso in gran parte a dei lavori che non hanno tenuto in alcuna considerazione oltre al progetto finanziato lo stato in essere, così come previsto dalle leggi dello Stato italiano ed europee sui beni culturali, quale ben culturale o vero monumento vivente. Con molta probabilità, per dire fine agli interminabili lavori (che dovevano svolgersi entro il 2008, e per cui sono state presentate ben due interrogazioni al Parlamento Europeo, Fava e Crocetta) dopo ben due anni di ritardo si è voluto velocizzare lasciando larghi ambiti e storiche strutture della stessa senza alcun restauro, coprendo gran parte degli spazi a verde con le stesse piante cancellando i mosaici floreali, inserendo gallerie di cemento e affini di cui non si trova alcun riscontro nella storia della villa, per non parlare dei costi che sono gia lievitati a diversi milioni (vedansi allegati prodotti dal comitato e rese pubbliche attraverso gli organi di stampa) e che continueranno a lievitare non solo per iniziare a restaurare la Casina e il Labirinto del Biscari , ma , come annunciato in questi giorni a mezzo stampa dall’attuale Sindaco, a soli tre anni dall’apertura, per recuperare al generale degrado l’intero Giardino. Per tali aspetti che deturpano non solo il bene in questione ma i rapporti tra Commissione europea e le istituzioni locali coinvolte, a partire dal Comune per finire alla Sovrintendenza, coinvolgendo direttamente anche l’Assessorato regionale ai Beni Culturali che aveva il compito, oltre che di scegliere e finanziare l’opera, quello di sovrintendere l’intero iter, il Comitato chiede una Vostra diretta ispezione, restando a disposizione per qualsiasi chiarimento”.