CATANIA. Sono 600 gli esuberi nel call center Almaviva di Misterbianco. Lo rende noto la Cgil di Catania. “Le politiche delle grandi compagnie non guardano in faccia la realtà – si legge in una nota del sindacato – dichiarare 600 esuberi non significa solo azzerare il futuro di altrettante persone ma provocare un effetto a catena che travolge un territorio e ne trascinerà altri verso il medesimo destino. L’epilogo del caso Almaviva si annuncia duro per lavoratori e sindacato. Ma continueremo la nostra lotta sino all’ultima chance”. “Un numero così alto di esuberi – afferma il segretario della Cgil di Catania, Angelo Villari – decreterà la chiusura del centro di Misterbianco, e di certo, produrrà ricadute negative su Palermo. A sfavore della decisione ha prima di tutto giocato, pesantemente, il fenomeno dalla Cgil più volte denunciato della delocalizzazione verso paesi Esteri, spesso sprovvisti di leggi che tutelano diritti e privacy dei clienti. In secondo luogo, ha anche pesato un inspiegabile atteggiamento del committente che non sembra voler salvare il salvabile nella provincia etnea. L’orientamento – conclude il sindacalista – è quello di perdere un bagaglio prezioso: professionalità, reddito e serenità di centinaia di famiglie. Faremo di tutto per impedirlo”.
"Un numero così alto di esuberi - afferma il segretario della Cgil di Catania, Angelo Villari - decreterà la chiusura del centro di Misterbianco, e di certo, produrrà ricadute negative su Palermo".
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