CATANIA – Piovono reazioni dopo l’ok del Consiglio Comunale che ieri, allo scoccare della mezzanotte, ha approvato il Piano di riordino delle aziende partecipate.
“Il sindaco Stancanelli – dice il Partito Democratico -non ha più la maggioranza in Consiglio. Il dibattito che si è sviluppato in riferimento alla recente delibera sulle partecipate ha consacrato la completa disfatta dell’Amministrazione di centro-destra guidata dal Sindaco Stancanelli. Nonostante la buona volontà manifestata dall’intero consiglio comunale per pervenire ad una soluzione equilibrata sulla gestione delle partecipate cercando di coniugare l’impegno per l’efficienza dei servizi con la garanzia dei livelli occupazionali l’Amministrazione ha volutamente disatteso le richieste emendative in tal senso prospettate, mirando soltanto all’obbiettivo di fare cassa con la vendita delle varie società. La responsabilità dell’Amministrazione Stancanelli è aggravata anche dal fatto di aver presentato la delibera relativa alle partecipate con notevole ritardo, nei primi di ottobre, dopo la deliberazione della Corte dei Conti del 20 agosto. Se infatti la ricognizione delle partecipate fosse stata affrontata otto mesi fa ( così come richiesto dal Consiglio comunale con apposito o.d.g.,proposto dal PD e votato all’unanimità), ben altre potevano essere le scelte in ordine alle aziende del Comune come per esempio la creazione di una holding che avrebbe sicuramente garantito i livelli occupazionali e l’efficienza dei servizi espletati. Il P.D. si è battuto a lungo sia in Consiglio sia negli incontri propedeutici unitariamente alle altre forze politiche per migliorare la proposta deliberativa, riuscendovi solo in parte(è stata infatti scongiurata la vendita,della società SIDRA, che sarebbe stata in contrasto con la volontà popolare manifestata con il referendum popolare) per la netta chiusura a qualsiasi modifica della proposta dell’Amministrazione comunale che ha dimostrato di puntare esclusivamente a fare cassa non preoccupandosi del pesante impatto sociale della delibera presentata”
Il capogruppo del movimento “Famiglia Lavoro e Solidarietà” Salvo Di Salvo spiega che “sull’atto deliberativo inerente il riordino delle Società Partecipate dell’Ente, e in particolar modo circa la Partecipata Multiservizi Spa, il Gruppo Consiliare ha espresso un voto di responsabilità e non di maggioranza. L’assunzione di responsabilità è stata espressa a tutela dei 700 lavoratori, in quanto la mancanza di approvazione del suddetto atto avrebbe autorizzato l’Amministrazione Comunale, così come prevede la vigente normativa, ad avviare le procedure di scioglimento della società. Nel corso della seduta di ieri si è registrato in primis che ancora una volta l’Amministrazione ha addossato al Consiglio Comunale tutta la responsabilità di decisione non consentendo al Consiglio stesso né i tempi propedeutici né nessun accoglimento di possibilità di dibattere sulle norme in essere. Salta agli occhi di tutti una disgregazione dei partiti di maggioranza che sostengono il Sindaco e lo stesso Sindaco Stancanelli. Noi del Gruppo Famiglia Lavoro Solidarietà – asserisce Di Salvo – auspichiamo che il Sindaco possa applicare la revisione della spesa cosiddetta “spending review” anche in seno all’Amministrazione Comunale provvedendo innanzitutto alla riduzione del numero degli assessori da 12 a 7”.
Per la Cisl etnea “l’approvazione della delibera in consiglio al Comune di Catania è un primo atto verso una revisione dell’intero sistema delle società partecipate. Occorre immediatamente far partire il confronto tra l’amministrazione e il sindacato, approfondimento già contemplato all’interno del tavolo della spending review che il sindaco Stancanelli ha avviato nei giorni scorsi. La recente emanazione della norma, la molteplicità e complessità legislativa impone a tutti i soggetti un impegno serio e concreto senza recinti o pregiudizi di parte. Occorre arrivare a definire soluzioni ragionevoli, condivise e percorribili per mantenere i servizi per tutti i cittadini e soprattutto per mantenere i posti di lavoro, perché a rischio ci sono migliaia di famiglie. Va avviato dunque un tavolo specifico, dove affrontare i problemi per singola azienda” Secondo il sindacato “non esiste una ricetta unica, il percorso deve prevedere nella sua interezza e per ogni singola realtà societaria interventi di risanamento, riordino e ristrutturazione. In tal senso non si escludono confronti che vadano oltre il livello comunale ma che coinvolgano anche il livello regionale e nazionale. Così come è urgente in ambito ministeriale definire un accordo quadro che preveda misure specifiche di sostegno al reddito per i lavoratori”.
Per il vice capogruppo de “La Destra – Alleanza Siciliana Manfredi Zammataro “ancora una volta ci si è trovati a dover affrontare l’ennesimo tema importante per la città in un clima di emergenza, da quattro anni noi del gruppo ‘La destra-As’ (Nello Musumeci, Gemma Lo Presti e Manfredi Zammataro)’ abbiamo più volte chiesto all’amministrazione di affrontare in maniera seria il tema del riordino delle partecipate e del futuro di centinaia di lavoratori mentre invece si è preferito mettere la polvere sotto il tappeto per evitare di affrontare il problema aspettando di fatto che i nodi venissero al pettine. Avremmo preferito infatti- prosegue Zammataro- che si fosse parlato di taglio degli sprechi e di come far diventare produttive le aziende comunali attraverso un serio piano di valorizzazione e non di svendita. Per quanto ci riguarda –conclude- siamo però soddisfatti dell’approvazione di alcuni nostri emendamenti a tutela dei diritti dei lavoratori delle partecipate e per il mantenimento della proprietà pubblica dell’acquedotto comunale, impedendo di fatto l’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua”.
Il segretario provinciale dei Comunisti Italiani Salvatore La Rosa commenta la delibera parlando di “ennesima prova di incapacità politica ed amministrativa da parte della giunta Stancagnini-Scampanelli”. Per La Rosa si è mostrato lo sfaldamento della maggioranza: si tratta di “soluzioni pasticciate quelle approvate dal consiglio comunale, all’ultimo secondo utile e con parte della maggioranza in disaccordo sostanziale. Del bilancio poi manco a dire, altra proroga”. Il segretario del Pdci catanese quindi conclude: “Non si capisce più se la protervia e l’arroganza di questo Sindaco sia dettata ormai dalla disperazione o dalla totale incapacità a rendersi conto del fallimento di una politica, di una classe dirigente, di una modalità di amministrare la cosa pubblica che è giunta, finalmente, al capolinea”.