Questa mattina sulla Sicilia di Catania, in prima pagina, leggo un editoriale a firma Lillo Miceli. Mi ha fatto piacere leggere quanto ben dettagliatamente scritto in quell’editoriale.
Era, all’incirca, quanto avevo pensato di scrivere questa mattina. Mi ha quasi fatto piacere essere stato preceduto perché ciò conferma che quanto pensato da me era anche condiviso da altri che le logiche della politica le conoscono da prima e meglio di me.
Io aggiungerei un’altra considerazione, una sollecitazione: perché gli uscenti si dovrebbero ricandidare? Per perseverare nel disfacimento di questa regione? Per continuare a godere di prebende e privilegi senza limiti?
Pubblicare le distinte dei soldi spesi, voce per voce, da ciascun gruppo, da ciascun parlamentare, con allegate le copie delle pezze di appoggio, fatture, notule, scontrini sarebbe il meno che potessero fare. Mi meraviglia il fatto che esista una norma che consenta di non dar conto di come questi soldi vengano spesi. Nell’articolo citato si dice circa 60 milioni di euro. Con sessanta milioni di euro si potevano finanziare una grande quantità di opere a beneficio di tutto il popolo siciliano. Si sarebbero potute mettere in sicurezza almeno un centinaio di scuole, soprattutto scuole della prima infanzia e elementari, oggi molto carenti in termini di igiene e sicurezza.
A tutti i candidati, alla presidenza e al parlamento. Al nuovo presidente eletto e ai nuovi membri eletti nel parlamento siciliano vorrei fare un appello: assumete l’impegno tassativo e solenne che la prima norma, la prima legge che sarà adottata dal nuovo parlamento, alla unanimità, sarà una norma che renderà trasparente qualunque spesa di qualunque natura che qualunque organismo regionale, centrale o periferico, sarà obbligatoriamente pubblicata in un apposito sito. Aggiornato quotidianamente e adeguatamente pubblicizzato.
Ma, ne sono certo, si tratta di un impegno che non verrà assunto. Se assunto non verrà mantenuto.