Quella che fino a qualche settimana fa sembrava una certezza, si è dissolta come neve al sole, riaprendo di fatto il toto presidenti per l’Irfis, l’istituto di medio credito siciliano, trasformato in finanziaria regionale dopo essere stato privato del ramo d’azienda bancario rimasto in capo a Unicredit. L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che era stato indicato con insistenza come l’uomo che avrebbe dovuto guidare l’Irfis, pare infatti destinato ad altri incarichi. Forse, alla Serit Sicilia.
Alla presidenza dell’Irfis invece dovrebbe approdare Francesco Maiolini, ex direttore generale di Banca Nuova (costola della Popolare di Vicenza di Gianni Zonin), dimessosi dall’incarico, dopo 12 anni, lo scorso 15 maggio. La nomina dovrebbe essere ratificata venerdì 8 giugno, in occasione del prossimo consiglio di amministrazione.
Obiettivo della Regione sarebbe infatti quello di far convogliare sull’Irfis la gestione dei fondi europei. Argomento delicato soprattutto dopo la tirata d’orecchi giunta ieri dal commissario Ue per le Politiche regionali, Johannes Hahn, che ha detto senza mezze misure che la Sicilia rischia di perdere qualcosa come 1,6 miliardi di euro. “Le Regioni del Mezzogiorno – ha detto Hahn – hanno preso atto delle raccomandazioni della Commissione sulla riprogrammazione e la spesa dei fondi Ue. Bene la Campania e la Sardegna e anche altre realtà del Mezzogiorno, ma desta una certa preoccupazione che la Regione Sicilia non abbia capito bene il rischio che corre se non spende entro il 2013 i 600 milioni Ue più un miliardo di cofinanziamento nazionale. Le regole dicono che se non si spendono, le risorse sono perse”.