Mistero sempre piu’ fitto sulla sorte del cooperante palermitano Giovanni Lo Porto e del suo collega tedesco Bernd Johannes, rapiti in Pakistan lo scorso 19 gennaio a Multan da uomini armati: oggi un uomo che si e’ definito un comandante militare talebano pachistano ha fatto sapere che i due erano nelle mani dei ribelli integralisti. Solo poche ore dopo pero’, il portavoce di Tehrik-e-Taliban (Ttp), l’ombrello che dal 2007 raccoglie diverse milizie integraliste pachistane, alleato dei talebani afghani e di Al Qaida, ha smentito la notizia della rivendicazione.
“I due cooperanti di Ong (lavorano per l’organizzazione umanitaria tedesca Welt Hunger Hilfe, Whh, Aiuto alla fame nel mondo, ndr), che sono stati rapiti circa un mese fa a Multan, sono nelle nostre mani, lungo il confine (con l’Afghanistan, ndr). Non abbiamo ancora fatto richieste. Sono in buone condizioni di salute”, aveva detto il comandante talebano alla Reuters. I due sono ostaggio del “Tehrik-e-Taliban Pakistan”.
“I due non sono nelle nostre mani, non sappiamo nulla della loro sorte”, ha invece dichiarato più tardi il portavoce dello stesso Ttp, Ihsanullah Ihsen, definendo la propria smentita “categorica”. Uno scambio che non aiuta a fare luce sulla sorte dei due cooperanti, ma che per la prima volta smuove le acque, rimaste per tre settimane immobili. Nessuno aveva finora rivendicato richieste. Le prime testimonianze dell’epoca di membri della ong, comunque, ipotizzavano che l’operazione era stata quasi certamente realizzata dai talebani del Pakistan. Non la pensava cosi’ invece un capo della polizia del Punjab: piu’ probabile gli appariva che i due fossero finiti nelle mani di qualche banda di criminali comuni, che spesso prendono di mira “bersagli facili” come i cooperanti stranieri nella speranza – che spesso si realizza – di ricavarci un lauto riscatto in denaro. O che a volte, se non trovano i canali giusti, “vendono” gli ostaggi ai talebani.
Lo Porto, 38 anni, palermitano, era arrivato a Multan da Islamabad il 17 gennaio scorso, mentre il suo collega tedesco, Bernd Johannes, una settimana prima. Con altri tre colleghi dividevano a Multan un ufficio della onglo . Il 23 gennaio la polizia pachistana aveva arrestato a Kot Addu (Punjab) quattro persone sospettate di avere rapito i due a scopo di estorsione. Solo dall’inizio di quest’anno in Pakistan, oltre a Lo Porto e Johannes, sono “scomparsi” un cooperante keniano e il suo autista pachistano (nel Sindh), un medico britannico che lavora per il Comitato Internazionale della Croce Rossa (5 gennaio, Quetta). Di loro, almeno ufficialmente, non si piu’ nulla. Lo scorso anno e’ stato rapito il cooperante americano Warren Weinstein (Lahore) e in dicembre Al Qaida ha rivendicato. In luglio una coppia di svizzeri e’ stato sequestrato nel Bauchistan. Uno stillicidio che ha contribuito ad affossare gli investimenti stranieri in Pakistan, crollati nella seconda meta’ del 2011 da 839,6 milioni di dollari a 531,2 milioni (-37%).