Bufardeci: "Asp, vinci se sei dell'Mpa" | Russo: "Se è sicuro, vada in Procura" - Live Sicilia

Bufardeci: “Asp, vinci se sei dell’Mpa” | Russo: “Se è sicuro, vada in Procura”

Punti nascita, l'opposizione abbandona l'Aula
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“All’Asp di Siracusa, per vincere un concorso, bisogna essere dell’Mpa”. L’affondo arriva quasi alla conclusione dell’intervento del capogruppo di Grande Sud, Titti Bufardeci. La replica, dell’assessore alla Sanità Massimo Russo, quasi due ore dopo: “Quando mi raccontavano che a Siracusa a vincere i concorsi erano solo amici di Bufardeci o della Prestigiacomo, io non ci credevo. Ma se il capogruppo di Grande Sud è certo di quello che dice, e si tratterebbe di fatti gravissimi, deve fare solo una cosa: andare a denunciare tutto in Procura”. Il botta e risposta ha di fatto aperto e chiuso un dibattito in Aula nel quale s’è affrontato il tema spinoso del decreto sul taglio dei “punti nascita” e la gestione della sanità siciliana.

“Assessore – il resto dell’attacco di Bufardeci a Russo – verifichi cosa succede nelle Asp. Ne va del suo buon nome e forse anche della sua buona fede”. In quel momento, l’assessore alla sanità è da solo tra gli scranni del governo. Ma anche l’Aula è semivuota. Pdl, Pid e Udc infatti hanno deciso di abbandonare Sala d’Ercole per protesta, dopo l’intervento di alcuni deputati. Tra cui Giovanni Ardizzone (Udc) che ha stigmatizzato un precedente intervento pubblico dell’assessore Russo: “Lei non può permettersi – ha detto – di rivolgersi al parroco di Mistretta, che protestava contro la chiusura del punto nascita, dicendo ‘prete stai zitto’”. Lo stesso episodio è stato ricordato anche da Giuseppe Buzzanca (Pdl): “Si è trattato – l’affondo – di un vero e proprio delirio di onnipotenza”.

“Davanti ad un assessore come Massimo Russo che, seppur ‘censurato’, non ha mai rispettato i deliberati del parlamento regionale, – ha detto il capogruppo del Pid Rudy Maira –  non solo con riferimento ad una riforma sanitaria assai sovente applicata ‘ad usum delphini’, ma anche, da ultimo, in ordine al mantenimento dei punti nascita in Sicilia ed in particolare nei presidi di Mazzarino, Cefalù, Licata, Corleone, Petralia, Mistretta e Santo Stefano di Quisquina, con buona pace della salute di tante mamme e dei nascituri siciliani, il gruppo dei Popolari  all’Ars ha scelto di abbandonare l’Aula come unica risposta adeguata per un esponente del governo regionale che ha mostrato sempre un atteggiamento di altezzoso fastidio nei confronti di un’assemblea parlamentare eletta dal popolo siciliano e non nominata per decreto, come accade per l’assessore Russo, – ha concluso Maira – da un presidente della Regione lontano ormai anni luce dalle reali esigenze della nostra terra”.

Secondo Nino Beninati, invece, il decreto di Russo non avrebbe rispettato quanto deciso in Commissione parlamentare: “Erano state previste alcune deroghe alla chiusura – ha ricordato il parlamentare Pdl – ma ovviamente l’assessore non ne ha tenuto conto, così come non ha tenuto conto dell’ordine del giorno presentato oggi in Aula. Ma lo sappiamo in tanti, – ha concluso – con l’assessore Russo è solo tempo perso”.

E questa “incoerenza” rispetto alle deliberazione della commissione sanità, è stata in parte confermata dal presidente Giuseppe Laccoto (Pd): “L’assessore intanto – ha precisato – dovrebbe dare direttive precise ai dirigenti generali delle aziende sanitarie, che stanno chiudendo punti nascita senza fornire  servizi alternativi, così come previsto”.

In difesa dell’assessore è intervenuto Nicola D’Agostino (Mpa): “Il piano dell’assessore Russo salva la vita ai siciliani e ci equipara agli standard mondiali. Non credo – ha aggiunto – ci siano stati tutti questi disastri in seguito a questo decreto. La sanità siciliana sta funzionando, e le critiche che piovono oggi sono ridicole, poco serie e spesso giungono da deputati che non avrebbero diritto a fare la morale”. Fortunato Romano (Mpa), invece, è tornato sull’accusa di Bufardeci: “In Sicilia solo primari dell’Mpa? Nella mia provincia (Messina, ndr) non ne conosco nemmeno uno”.

Alla fine della seduta, è arrivata la replica dell’assessore alla sanità Massimo Russo: “Dopo tutto quello che ho sentito o letto, quando sono venuto qui all’Ars – ha detto – mi aspettavo di trovare giù i sindaci, le mamme col pancione, l’opposizione, pronti a contestare il mio decreto. E invece, trovo qui solo alcuni di voi. Qualcuno dei quali, probabilmente, venuto in Assemblea ‘a fare la parte’ in questa pseudo-tutela dei territori. Questa assenza di massa – ha aggiunto – conferma la bontà del decreto”.

“Qualche onorevole – ha proseguito Russo nel suo intervento – parla di cose che non conosce, o ha un concetto di legalità molto personale. La Sicilia ha iniziato un cammino per migliorare la sicurezza e la salute dei siciliani. Noi ci siamo basati su parametri tecnici, precisati dall’accordo Stato-Regioni. Questi parametri hanno già reso virtuose altre regioni. Io non sono un tecnico della materia, ma un tecnico del metodo, e mi avvalgo di una comunità scientifica che mi chiede di andare avanti. Evidentemente – ha concluso – qualcuno pensa che persino a queste latitudini scelte apparentemente impopolari possono essere comprese, perché vanno nell’interesse dei cittadini. Dobbiamo chiederci, insomma, se vogliamo che le nostre mogli partoriscano sotto casa, ma in un luogo che non rispetta gli standard di sicurezza, o a un’ora di distanza, ma in un luogo sicuro?”.


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