Non è un commissariamento, ma almeno una manifestazione di imbarazzo sì. Pierluigi Bersani invierà a Palermo un dirigente nazionale per valutare la posizione del partito in vista del dibattito all’Ars su bilancio e Finanziaria: la decisione è arrivata ieri pomeriggio nel corso del vertice a tre fra il numero uno democratico, il segretario siciliano Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici. Sul dirigente da inviare in Sicilia al momento non ci sono certezze, ma negli ambienti del Pd rimbalza il nome di Maurizio Migliavacca (nella foto), coordinatore della segreteria di Bersani e suo fedelissimo all’interno del partito: la sua funzione sarà quella di incontrare i dirigenti regionali del partito per analizzare la posizione nei confronti del governo all’indomani delle indiscrezioni sull’inchiesta avviata dal Ros dei carabinieri nei confronti del presidente della Regione Raffaele Lombardo.
Nel Pd la tensione è alle stelle. Se qualche giorno fa Lupo aveva scritto a Repubblica parlando di un “confronto con il governo sulle riforme” affrontato “partendo dalle proprie proposte, senza per questo condividere le scelte gestionali” della giunta, ieri il gruppo parlamentare all’Ars aveva deciso di andare avanti, concentrandosi su una Finanziaria che “contenga temi come la riforma della formazione professionale e lo scioglimento degli enti inutili”, specificando di voler attendere “che sulla vicenda giudiziaria che riguarda Lombardo, indagato a Catania, sia fatta chiarezza”. È proprio questo il nodo: “Da che mondo è mondo – sibila un dirigente siciliano – chi vota la Finanziaria fa parte della maggioranza. È il momento di decidere cosa si vuol fare”.
Le posizioni sono molteplici. Fra i democratici la vigilia del dibattito all’Ars viene vissuta come un punto di non ritorno. C’è chi, come Giovanni Panepinto, che nella fase delle primarie era vicino a Beppe Lumia, parla della necessità di “provare a fare una finanziaria coraggiosa, con norme che possano essere utili alla Sicilia”, e chi, come ha fatto fino a ieri Bernardo Mattarella, vuole che sia la direzione regionale sulla linea da scegliere. Naturale che il partito dei “prudenti”, adesso, veda l’invio di Migliavacca o chi per lui come un segnale di imbarazzo da parte di Bersani.
Lupo, comunque, smorza i toni. Il segretario non si sente messo in discussione: “Questa – specifica – è una modalità che rientra nella normale vita democratica di un partito e non è la prima volta che accade”. Nell’entourage del vincitore delle primarie siciliane l’invio di un dirigente nell’Isola viene letto come un “gesto di attenzione nei confronti del partito siciliano”. “Verranno ad ascoltarci”, dicono nella maggioranza del partito. Ma i nodi, fra qualche giorno, verranno al pettine.
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