“Che possa esserci stato un inciucino con Micciché è soltanto una diceria, alla quale non corrispondono i fatti”. L’ex presidente della commissione Antimafia, Giuseppe Lumia, rispedisce al mittente (leggasi Bernardo Mattarella) le accuse di un presunto accordo con Gianfranco Micciché e, al contempo, rilancia l’ipotesi di un Pd Sicilia, concepito in modo antitetico rispetto al Pdl Sicilia presentato ieri a Palazzo dei Normanni dal sottosegretario “scissionista” e dai suoi alleati.
Senatore Lumia, ieri è nato ufficialmente il Pdl Sicilia. Come accoglie questa novità?
“Noto che il Pdl in Sicilia è in frantumi, è sotto gli occhi di tutti. È finita la stagione del trionfo del centrodestra, è finita la sua forza d’attrazione nei confronti della società. Adesso tutti i nodi vengono al pettine, la necessità di cambiare la Sicilia è di fronte a loro e a tutta la politica. Il Pdl ha fallito, ma ora bisogna evitare che anche l’opposizione fallisca”.
La nascita del Pdl Sicilia servirà a superare la paralisi dei lavori dell’assemblea e del governo?
“Con questo governo la paralisi continuerà. Penso che non esistano ancora le condizioni per avere una svolta in Sicilia. Senza una vera svolta, profonda, radicata e di vera innovazione, la Sicilia rimarrà sotto la condizione di un Pdl diviso, travagliato, incapace di produrre le vere riforme”.
Crede che adesso che è diventato il gruppo parlamentare più consistente all’Ars, il Pd potrà ottenerne la presidenza?
“È presto. Quest’idea di tradurre subito tutto in poltrone non mi convince. Anche il Pd deve produrre una profonda innovazione, anche il Pd è chiamato a delle scelte senza precedenti, diventando una grande forza in grado di rompere l’attuale gioco politico, che per decenni nella nostra regione è stato un gioco perverso. Un gioco dove la politica ha servito la Sicilia assistenziale, dove la politica è stata subalterna alla Sicilia che dall’unità d’Italia ha avuto il ruolo di luogo di consumo dei prodotti del Centro-Nord, con la politica tutta attorcigliata intorno alla perversa intermediazione clientelare-burocratica e spesso anche affaristico-mafiosa. Il Pd deve rompere questo gioco, cambiare il ruolo storico che ha avuto la Sicilia, trasformandola in terra di produzione”.
Sa che negli ambienti del Palazzo, alla luce di quello che è stato ribattezzato come “l’inciucino di Termini Imerese” con Micciché, si dice che Lombardo facesse il tifo per lei alle primarie?
“A questa nomina, a questa diceria non corrispondono i fatti, che dicono il contrario: non abbiamo avuto nessun aiuto, mentre c’è stata una grande partecipazione dei cittadini. Semmai, com’è stato dimostrato sul territorio, l’Udc ha sostenuto altri candidati e non certo Lumia, perché io rappresento il nuovo, la vera lotta alla mafia, un progetto di grande cambiamento a cui oggi il Pdl non aderisce”.
A proposito, ha letto quanto ha affermato Leontini nei suoi confronti? Spera che vinca Lupo perché, a suo dire, ha una condotta più lineare della sua.
“Come volevasi dimostrare: sono il vero oppositore del Pdl”.
Due giorni fa Mattarella ha annunciato in modo ufficiale il suo sostegno a Lupo. Dopo gli screzi in occasione delle primarie, sembra che proprio non andiate d’accordo…
“Non c’è niente di personale con Mattarella. Ho voluto presentare un progetto di rottura, una grande proposta per cambiare radicalmente la Sicilia e la politica. Di fronte a questo progetto non ci sono rivalità personali, c’è la necessità di trovare una grande convergenza all’interno del Partito democratico”.
Al riguardo, Mattarella è anche stato richiamato alla coerenza da Crocetta, che a sua volta la vorrebbe a capo della segreteria regionale. Cosa ne pensa di questa querelle?
“Crocetta è una grande risorsa, rappresenta una speranza di cambiamento per l’Isola e ha sollevato dei problemi a cui si deve dare una risposta sul piano politico e non con i classici insulti personali”.
A questo punto, si sente già rassegnato per l’ultima fase delle primarie o spera ancora che domenica possa avvenire il miracolo?
“Chi mi conosce sa che non credo né alla rassegnazione né ai miracoli in politica. Credo ai miracoli nella vita, mentre nella politica credo al progetto e al cambiamento. E ritengo che in Sicilia la grande stagione di cambiamento dovrà comunque attraversare anche il Pd, piaccia o no”.
Perché si ritiene che Lupo, da segretario regionale, farà un’opposizione più forte di quella che avrebbe fatto lei?
“Questo lo considero un depistaggio, che non ha alcun fondamento reale. E i fatti lo dimostreranno”.
Quali crede che saranno gli sviluppi all’interno del Pd in Sicilia?
“Vivremo una stagione o di travaglio e di divisione oppure, come mi auguro, una nuova stagione di radicamento nella società, con un Pd finalmente capace di coniugare legalità e sviluppo”.
Dopo il Pdl Sicilia, si parla anche di un Pd Sicilia.
“Avevo proposto un Pd Sicilia come idea nuova e moderna di Pd in Italia. Unpartito federato che in Sicilia non sia alla mercé delle decisioni romane, che progetta, innova, ha delle idee sui grandi temi d’attualità in Europa e nel Mediterraneo. Insomma, un partito che ha una sua dignità, una sua cultura progettuale da mettere in cooperazione col gruppo dirigente romano. Credo a quest’idea e continuerò a lavorare affinché si realizzi”.
Mantenendo le dovute differenze, sembra quasi il modello di Micciché.
“Tutto il contrario. Non ha niente da condividere con quel modello, perché la nostra è un’idea antica che attraversa la storia del riformismo, delle culture progressiste”.
Secondo certi opinionisti, una delle prime conseguenze del patto Mattarella-Lupo sarà la sostituzione di Cracolici come capogruppo all’Ars, perché quest’ultimo avrebbe avuto il torto di appoggiare la sua candidatura alla segreteria regionale.
“Si ritorna all’idea delle poltrone, ma lavoreremo perché questo non accada. Bisogna invece valutare l’operato di Cracolici, che è un operato apprezzato da tutti. I cambiamenti devono arrivare attraverso le scelte politiche e non attraverso i giochi di poltrone”.