È arrivata la prima sentenza che dà ragione al giovane gay a cui era stata sospesa la patente per il suo orientamento sessuale. Ad emmetterla il presidente della prima sezione civile del Tribunale di Catania. L’Avvocatura dello Stato aveva presentato ricorso contro la sentenza dello stesso tribunale che aveva condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a versare 100mila euro di risarcimento danni a Danilo Giuffrida, il 26enne nei cui confronti fu avviato l’iter di sospensione della sua patente per “disturbo dell’identità sessuale” dopo che alla visita di leva aveva rivelato di essere omosessuale.
Era stato lo stesso Giuffrida nel 2005, durante la visita di leva, a dichiarare ai medici militari di essere gay: segnalazione che aveva portato la motorizzazione civile ad avviare le pratiche per la sospensione della patente del ragazzo. Adesso la prima sentenza che fa giustizia per il ragazzo e che ha rilevato che “i comportamenti tenuti dalle due amministrazioni apparivano in evidente discriminazione sessuale del Giuffridae e in evidente dispregio dei principi costituzionali”. Sono stati tanti i pregiudizi d’immagine per il ragazzo catanese che si è sentito oltraggiato e umiliato. Per lui e i suoi legali la questione non è ancora chiusa, anche perché gli enti condannati non hanno ancora liquidato il danno arrecato. “Chiederemo un appello incidentale, avanzando una richiesta di risarcimento di 500.000 euro”, ha detto Giuseppe Lipera, avvocanto del 26enne commerciante di Catania.