Ma in questo travagliato finale di stagione rosanero come sono davvero i rapporti tra tecnico e presidente? E’ necessario comprenderlo, visto che di solito – come accade quasi ogni anno – il Palermo comincia a mollare gli ormeggi a un puntuale crocevia e il futuro prende il sopravvento sul presente. Sì, ci sarebbe la Coppa Uefa. La Coppetta? Quella che si brinda a Champagne se ti eliminano? Suvvia, siamo seri. Ecco perché il nodo centrale sta al solito nel rapporto tra il presidente mangia-allenatori e il tecnico (di turno). Per fortuna, Ballardini finora ha dimostrato capacità e misura, al netto di qualche comprensibile errore. Ieri, per esempio, ecco cosa ha dichiarato Zamparini a Stadionews. Si parlava di Mourinho, ma il discorso si è tinto, a poco a poco, di rosanero. “Mourinho è abituato al calcio inglese, dove il tecnico è anche manager della squadra, una figura che ha il compito di pianificare la campagna a acquisti e gestire la squadra – ha detto Zampa -. I nostri allenatori non sono preparati per svolgere questi compiti e credo che anche lui parli settimanalmente con Moratti. Se io ingaggerei il tecnico portoghese? A me va bene Ballardini e sto cercando di farlo crescere. Se mi ascolterà diventerà un ottimo allenatore”. In più, le dichiarazioni assai poco concilianti rilasciate in un’intervista al Gds, un atto d’accusa nei confronti del tecnico, un vero e proprio (parole sue”, “calcio in culo”. Insomma, siamo al nodo consueto. Zamparini, come Berlusconi, capisce di calcio e vuole dire la sua. Tuttavia, al contrario di Berlusconi, non è capace di interventi felpati. Entra sempre a gamba tesa e finisce per rompere il giocattolo che lui medesimo ha costruito. Invitarlo alla moderazione è un atto nobile e inutile. Lui è al tempo stesso dottor Zampa e mister Rini. Fa e distrugge. E’ lucido, però perde la tramontana. Assisteremo, dunque, al solito siparietto. Quando Ballardini ne avrà abbastanza delle esternazioni presidenziali, sbatterà gli occhiali sul tavolo e navigherà verso lidi migliori. Oppure sarà esonerato prima. Niente di nuovo, siamo abituati. Ma come si fa a crescere così? (rp)
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