Il Palermo da Zamparini a Zamparini | Tutte le tappe del mancato closing - Live Sicilia

Il Palermo da Zamparini a Zamparini | Tutte le tappe del mancato closing

Ripercorriamo le fasi salienti della estenuante trattativa tra il patron friulano e Paul Baccaglini, terminata con un nulla di fatto.

futuro rosanero
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PALERMO – Siamo giunti dunque all’epilogo di una storia che, soprattutto per chi ha il cuore per metà rosa e per l’altra metà nero, difficilmente sarà presto dimenticata. Il passaggio di proprietà del Palermo è ufficialmente saltato: quattro mesi di tira e molla, silenzi assordanti, indiscrezioni, botta e risposta di comunicati e continue rassicurazioni ai tanti dubbi dei tifosi (a questo punto vien da dire fondati) si sono risolti in un incredibile nulla di fatto. Per la piazza di Palermo sono stati centosedici giorni difficili, estenuanti, con i pensieri rivolti più alla partita giocata ai vertici societari che a quella effettiva andata in scena la domenica sui campi di Serie A: giorni lunghi in attesa di una improvvisa comunicazione che potesse ridare speranza e riaccendere l’entusiasmo di un popolo, quello rosanero, stravolto dai pessimi risultati di una squadra sfiduciata ed in bambola e dalla poca trasparenza della trattativa portata avanti dal patron friulano ed il 33enne italoamericano.

Tutto ha avuto inizio il 27 febbraio scorso con le dimissioni di Maurizio Zamparini: una decisione che ha spiazzato molti, sebbene avesse giorni prima dato annuncio (l’ennesimo negli anni) della cessione della società, e che faceva presagire una svolta epocale per il club di viale del Fante. Dopo ben 15 anni di gioie e dolori alla gestione del Palermo, Zamparini era pronto a mettersi da parte per far posto ad una cordata italoamericana che avrebbe riportato la squadra “nella posizione che la città merita, quella europea, con un programma di 3-5 anni”, recitava il comunicato.

Il 6 marzo è stata poi la volta dell’annuncio del nuovo presidente del Palermo: Paul Baccaglini, un giovane imprenditore, appassionato di finanza, ma con un passato nel settore della comunicazione (RTL 102.5 e Le Iene) e rappresentante di Integritas Capital Ltd. Uomo di Cascio, altro imprenditore italoamericano interessato precedentemente all’acquisizione del club, Baccaglini si è subito distinto per le sue doti comunicative il giorno successivo alla stretta di mano ufficiale con Zamparini nel corso della conferenza stampa di presentazione allo stadio “Renzo Barbera”. Era il 7 marzo. Tanti progetti, Piano A e Piano B, voglia di coinvolgere i tifosi, con un piano che prevedeva anche l’esportazione all’estero del brand rosanero e la realizzazione del nuovo stadio e del centro sportivo. Eppure i poteri di amministrazione rimangono saldi nelle mani di Zamparini che rimane proprietario del Palermo almeno fino al 30 aprile, giorno indicato nel comunicato dal patron per il passaggio delle quote societarie in favore di Baccaglini. Nei giorni seguenti Baccaglini si è distinto per le frequenti passeggiate in giro per la città, l’amore per lo street food palermitano e gli incontri istituzionali con il sindaco Orlando ed il rettore dell’Università di Palermo Micari, con il quale si è subito parlato di progetti per coinvolgere gli studenti con delle start-up.

Il mese di aprile è frammentato dalle tante festività. Il 19 aprile Paul Baccaglini rende nota, attraverso un comunicato ufficiale, la società che dovrebbe rilevare il cento per cento delle quote del Palermo, la YW&F Global Limited, e Zamparini presenta ancora una volta l’affare come già fatto, tanto da ipotizzare addirittura un anticipo del closing rispetto al 30 aprile. Il popolo rosanero sogna, nonostante i risultati umilianti che arrivano dal campo: Baccaglini ha portato una ventata d’aria nuova ed il curioso sodalizio sui social con la scuderia di F1 della Force India e la copertina di aprile della rivista Vogue dedicata ad una bimba con addosso il completino del Palermo fanno pensare a qualcosa di veramente importante. Eppure quel 30 aprile arriva in un batter d’occhio, ma la trattativa è ben lontana dalla sua conclusione. Sì dà colpa alle feste che hanno rallentato il lavoro delle banche e, quindi, arriva il primo slittamento del closing al 2 maggio, ma evidentemente la situazione cambia di poco o nulla e si rinvia nuovamente il tutto alla metà del mese.

Il 7 maggio il Palermo non va oltre il pari contro il Chievo e retrocede aritmeticamente in Serie B. Il giorno dopo arriva, l’8 maggio, si attendeva la fumata bianca come precedentemente indicato dalla società, ma tutto tace. La piazza si scalda, servono segnali da parte della dirigenza e, dopo un lungo silenzio, il 12 maggio sembra muoversi qualcosa: “C’è un intero team dedicato che si sta occupando di ultimare la due diligence che riguarda tutta la società e le sue attività. Si lavora sui dettagli non solo finanziari, ma anche legali, commerciali, etc. – ha rassicurato Baccaglini con una nuova nota ufficiale –. I tecnici al lavoro ci hanno chiesto più tempo e le parti stanno lavorando al cento per cento per soddisfare tutte le richieste con grande tempestività, così da accelerare la chiusura delle operazioni. Una richiesta del tutto coerente all’importanza dell’investimento”. Il fitto lavoro dietro le quinte prosegue senza sosta, ma il silenzio imposto dal patto di riservatezza stretto dal duo Zamparini-Baccaglini inizia ad insospettire non poco i tifosi che, visti i continui rinvii, temono che la trattativa possa arenarsi. Tant’è che l’ex Iena è costretto a pubblicare un nuovo comunicato il 27 maggio: “Gli accordi impongono il silenzio, ma lavoriamo per il closing”.

Passa di fatto un altro mese ed i tifosi del Palermo sono stanchi di attendere, ma arriva un altro scossone e la città trema: il 7 giugno la Procura apre un fascicolo, Zamparini avrebbe 120 milioni di debiti e la gente grida al fallimento. Immediate le smentite del patron friulano: “I debiti ammontano a 40 milioni, il Palermo è un club sanissimo”. Non solo, Zamparini nella pioggia di smentite trova anche il modo di rilanciare, ammettendo di seguire Baroni del Benevento per la panchina dei rosanero in vista della prossima stagione in B. Una dichiarazione che fa storcere il naso al popolo palermitano e che alimenta i tanti dubbi sul buon andamento della trattativa. Zamparini in attesa del closing sonda il terreno per tecnico e direttore sportivo, parallelamente anche Baccaglini inizia i colloqui con Carli e Baccin per i ruoli di dg e ds. Il 9 giugno controbatte anche l’ex Iena: “Il lavoro per arrivare al closing prosegue nonostante le ultime vicende dei giorni scorsi. Vogliamo arrivare quanto prima al closing” e, di fatti, il 14 giugno il presidente italoamericano crea la YW&F Global Limited e la iscrive al registro delle imprese in Inghilterra.

A questo punto sembra davvero che sia tutto pronto per il passaggio delle quote, ma il tempo stringe: bisogna ancora trovare l’allenatore, il direttore sportivo, improntare il mercato ed iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie B. Zamparini non vuole più aspettare ed il 17 giugno lancia l’ultimatum: “Non ho ricevuto alcuna offerta da Baccaglini, ha tempo fino a lunedì 19 giugno per firmare”. Intanto domenica 18 gli Allievi del Palermo terminano la loro esaltante stagione in semifinale scudetto contro l’Inter e Dario Baccin annuncia il proprio addio al club rosanero: “C’è stato un confronto con la proprietà, non ravvisando le condizioni necessarie per lavorare in autonomia”. Un addio che lancia segnali chiari ai tifosi, visto che Baccin era stato designato proprio da Baccaglini come futuro direttore sportivo della rinascita del Palermo. Nel giorno dell’ultimatum non si arriva ad un accordo, ma tutto tace, perché in effetti in seguito ad una riunione le due parti trovano un nuovo punto d’incontro e firmano la ratifica dell’accordo: “In data odierna si sono incontrati il presidente del Palermo Calcio Paul Baccaglini e l’attuale proprietario Maurizio Zamparini ed insieme hanno ratificato l’accordo in essere da tempo, in quanto con loro soddisfazione sono finiti in maniera positiva i controlli relativi alla due diligence bancaria. Si prevede pertanto che il passaggio di proprietà, dato i ritardi bancari, avverrà entro il prossimo 30 giugno”.

Passano due giorni ed il 22 giugno vengono ufficializzati Tedino e Lupo, rispettivamente il nuovo allenatore ed il nuovo direttore sportivo, ovvero gli uomini scelti da Zamparini. I tifosi non ci stanno, sentono puzza di bruciato e scendono in piazza coinvolgente anche il sindaco Orlando affinché possa fare luce sulla vicenda. Ma gli spettri di un probabile fallimento della trattativa tornano il 24 giugno, ipotizzando di rimanere al comando del Palermo con delle dichiarazioni taglienti: “Ad oggi non sono arrivati i soldi, ma penso che arriveranno nel giro di dieci giorni – disse Zamparini nel corso di un’intervista –. Ma se non arrivassero loro, ci sarei io”. Negli ultimi tre giorni, infine, Tedino e Lupo sbarcano a Palermo e si presentano, mentre Paul Baccaglini torna in città per una diretta Facebook con i tifosi ed incontra il sindaco Orlando per parlare del ‘Progetto Palermo’ che comprende anche stadio e centro sportivo. La piazza si divide, confusa, tra chi crede ancora nella possibilità di giungere al closing e chi, invece, crede possa essere tutta una montatura, ma alla fine arriva il 30 giugno che fuga ogni dubbio.

La giornata si apre con un’altra dichiarazione del patron che mette subito in chiaro le cose: “Nessuno slittamento: closing oggi o mai più”. Baccaglini volato a Londra con i suoi legali rimodula l’offerta per un ultimo disperato tentativo di trovare la quadra. La proposta arriva nelle mani di Zamparini nel pomeriggio, mentre si trova a casa sua ad Aiello del Friuli, con Lupo e Curkovic per un meeting di mercato. A casa di Zamparini arriva anche un avvocato di Baccaglini, ma il patron non si smuove ed oggi Zamparini si riprende il Palermo, qualora se ne fosse mai separato.


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