PALERMO – Non c’è più tempo, anzi ci sono solo altre ventiquattro ore, parola di Maurizio Zamparini. Il proprietario del Palermo prende in mano la vicenda closing tornando con convinzione a porre delle condizioni all’attuale presidente del club di viale del Fante Paul Baccaglini. Nessun rinvio alla prossima settimana o al prossimo weekend, stavolta c’è una data precisa (che entra di diritto fra quelle importanti in questa trattativa come l’ormai famoso e mai rispettato 30 aprile posto dallo stesso Baccaglini, ndr) ovvero lunedì 19 giugno. Entro domani la proprietà rappresentata dall’ex patron friulano si aspetta dunque di ricevere l’accordo finale firmato in cui l’ex Iena s’impegna a presentare l’offerta per rilevare il 100% delle quote societarie del Palermo.
Quell’offerta (di 70 o 100 milioni anche questo verrà chiarito) che, secondo l’ex numero uno rosanero, fino ad ora non è mai pervenuta sulla sua scrivania nonostante gli accordi preliminari per la cessione del 100% delle azioni siano stati firmati il 9 febbraio, fra Zamparini e Baccaglini in quanto rappresentante del fondo Integritas Capital, ma che ad ieri, nonostante una due diligence portata a compimento dall’advisor britannico che ha scansionato il passato nei conti della società Palermo, non ha portato ad alcuna variazione proprio negli accordi presi ben quattro mesi fa. Resta dunque l’ultimo passo da fare, quello delle firme per certificare il cambio di proprietà e finalmente dare una guida al club che attualmente ha solo mosso dei piccolissimi movimenti per preparare il prossimo campionato di serie B.
Zamparini, che in queste ore si tiene dunque in contatto con Baccaglini per pianificare questo incontro che dovrà risultare decisivo per le sorti della società, ha fatto leva proprio sull’amore per la piazza ed il rispetto che entrambe le parti chiamate in causa devono alla città ed alla tifoseria rosanero, che vive ormai da mesi con la preoccupazione che la propria squadra non riesca a trovare un successore e ricascare dunque negli errori del passato, nemmeno a voler guardare troppo lontano anche quelli dell’anno scorso in cui una programmazione lenta o quasi inesistente in estate costarono la retrocessione dalla serie A. La giornata X, o d-day che si voglia dire, è dunque quella di domani con l’ex presidente che ha passato la palla nuovamente al suo successore per dare finalmente una risposta ad una piazza che aspetta soltanto di tornare a sognare i fasti proprio dei primi anni della gestione Zamparini e che difficilmente digerirebbe un ennesimo rinvio che a questo punto avrebbe soltanto il sapore di beffa.