COCCAGLIO (BRESCIA) – Il Ballardini III ha ufficialmente preso il via, lì dove di fatto s’era concluso il Ballardini II. Nel ritiro di Coccaglio, dove il Palermo s’è rifugiato al termine della sonora sconfitta (e dell’altrettanto sonora contestazione) patita per mano della Lazio, il tecnico ravennate ha ripreso il lavoro che aveva lasciato incompiuto a gennaio. Tra incomprensioni con i senatori della squadra e risultati poco soddisfacenti, che prima della trasferta di Verona avevano indotto Zamparini ad esonerarlo, salvo tenerlo in panchina causa dietrofront nella trattativa con Iachini, il compito di Ballardini sembrava essersi definitivamente esaurito. A sei giornate dalla fine, invece, rieccolo lì, quasi a chiudere un cerchio disgraziato, nella speranza di poterne aprire uno nuovo con maggiore fortuna.
Subito parola al campo e alla tattica, sin dal primo giorno, con partitella in famiglia e nuova conta degli infortunati. Fisioterapia per Struna, lavoro differenziato per Bentivegna e solo parte di lavoro col gruppo per Goldaniga. Proprio il centrale può tornare ad essere protagonista con Ballardini, essendo stato una delle principali sorprese nel 4-3-1-2 introdotto dall’ex allenatore di Cagliari e Genoa. Titolare fisso finché Ballardini è rimasto in sella al Palermo, il giovane difensore sta cercando di accelerare il percorso di recupero, per poter rientrare già a Torino contro la Juventus. Oltre al suo rilancio, l’avvicendamento in panchina può regalare maggiori spazi anche ad altri elementi: su tutti Brugman da trequartista, l’altra novità tattica introdotta dall’allenatore ravennate nel suo ciclo precedente, ma anche l’avanzamento di Vazquez di fianco a Gilardino come seconda punta. Ultima chance per chi, arrivato a gennaio, non ha mai avuto occasioni con altri allenatori: Cionek e Balogh non sono mai stati a disposizione di Ballardini, mentre Cristante l’ha avuto solo per pochi allenamenti prima del match col Verona.
Già il match col Verona: da lì sembrava essere calato il sipario sull’avventura di Ballardini a Palermo. La lite nel ritiro pre-partita con Sorrentino e l’intervento in tv da parte del capitano, che ha di fatto portato all’esonero del tecnico, è ormai appianata. Zamparini ha annunciato la pace e i due, pur di concludere al meglio questo campionato, hanno sotterrato l’ascia di guerra. Non che le alternative fossero molte: se tre mesi fa Ballardini voleva dare spazio a Colombi, oggi l’alternativa è tra un classe ’96 (Posavec) e un classe ’97 (Alastra). Due ragazzi che, quando chiamati in causa, hanno dimostrato di essere pronti per questo ruolo, ma sicuramente non possono scalare le gerarchie davanti ad un totem del calibro del capitano. Soprattutto in un momento del genere.
I punti interrogativi restano per quanto riguarda il gruppo degli “epurati”, quello che non ha più visto il campo dopo la debacle in Coppa Italia con l’Alessandria. Dei giocatori esclusi dal progetto tecnico è rimasto solo Maresca, reintegrato all’indomani dell’ufficialità dell’esonero di Ballardini. Per lui appare quasi impossibile una soluzione alla Sorrentino, con un futuro ormai segnato e lontano da Palermo. D’altronde, il regista ha ritrovato il campo solamente con Iachini, di cui era un “fedelissimo”. Un marchio affibbiato in passato anche a Rispoli e Vitiello, guarda caso tenuti ai margini sempre dopo l’eliminazione dalla coppa (impossibile dimenticare l’esperimento Andelkovic terzino a Bergamo, con Rispoli relegato in panchina), ma che anche in tempi recenti hanno faticato a trovare spazio. La concorrenza di Struna, sempre titolare fino all’infortunio di domenica scorsa, è stata un ostacolo anche con Novellino in panchina. Chissà che questo acciacco non si trasformi in un’occasione per almeno uno dei due.