Non sparate sulla difesa a tre |Ma sulla mediana serve più filtro - Live Sicilia

Non sparate sulla difesa a tre |Ma sulla mediana serve più filtro

La tentazione della difesa a quattro, sorpresa efficace nel match col Napoli, non deve diventare un assillo: la Lazio ha punito il Palermo con gli inserimenti da dietro e ai difensori è mancato l'aiuto della linea mediana. I cambi, per una volta, non sono decisivi.

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PALERMO – La premessa è doverosa: nessuno conosce questa squadra meglio di Iachini Giuseppe da Ascoli Piceno, allenatore che da un anno a questa parte ha disabituato un po’ tutti trasformando una squadra da serie B in una squadra da zona Europa. Un cambiamento talmente repentino da far dimenticare lo scempio che s’è visto da queste parti negli ultimi ventiquattro mesi. Se dunque Iachini decide una domenica di mettere i suoi uomini in campo col 3-5-2 è perché li ha visti evidentemente in una condizione migliore per giocare con quel modulo. E la linea a tre, seppur non prodiga di certezze, non è stata certo traballante come quella vista a San Siro. Ed è pur sempre la linea a tre che si è vista nelle precedenti partite di campionato, senza che sia mai stata messa in discussione.

Una volta sola Iachini s’è convertito ai quattro uomini in difesa. Una prova troppo recente per essere dimenticata, una prestazione troppo bella per essere considerata solo una variante. Ma chi oggi impugna i forconi in nome di una difesa a quattro salvatrice di ogni male, dimentica le condizioni in cui venne adottata: emergenza totale nel reparto, esterni inclusi, contro una squadra che fa dei tagli verso l’interno la propria arma principale. Una tattica che fa soffrire indubbiamente di più una linea con tre centrali rispetto ad una linea più larga con i laterali arretrati di qualche metro. Esempio tangibile il gol di Eder in Sampdoria-Palermo: taglio a “bucare” Vitiello e marcature saltate, con palla alle spalle di Sorrentino. Gli uomini a disposizione e gli avversari hanno spinto Iachini al cambio di modulo, ben sapendo che si trattava semplicemente di una variabile.

Col rientro di tutti gli effettivi e contro una Lazio che vive sugli inserimenti delle mezzali, la difesa a tre è sembrata sin da subito la scelta più logica. Eppure a segnare sono stati proprio quei due su cui fa pieno affidamento la squadra di Pioli, ovvero Mauri e Candreva. Errori della difesa? Pochi e non certo gravi. Non c’è una marcatura persa da Anđelković, così come Terzi è stato diligente nel suo lavoro di centrale destro. Non senza imperfezioni, ma sicuramente impossibili da colpevolizzare per le reti subite. Quella di Mauri arriva da un inserimento centrale, dove Gonzalez è già impegnato a tenere a bada Klose. Quella di Candreva invece arriva dopo che lo stesso riesce a saltare Barreto, di riffa o di raffa.

Allora, forse, più che in difesa bisognerebbe guardare a centrocampo. Era lì che Iachini si trovava in emergenza e sono i centrocampisti ad aver sofferto negli inserimenti. Quaison da mezzala non ha reso come da trequartista, Jajalo ha peccato soprattutto col pallone tra i piedi e, infine, Barreto non è stato certo il Barreto a cui siamo abituati da più di un anno. La corsa non è mancata, ma la marcatura sugli inserimenti avversari non è stata assolutamente delle migliori. Vedere il paraguaiano saltato da Candreva, seppur con un rimpallo, non è certo una cosa usuale. Eppure è successo, ed è costato un punto. Il tutto al di là dell’espulsione, che nell’economia della partita ha inciso meno di zero.

Se c’è un errore fatto da Iachini, in definitiva, quello potrebbe essere il cambio effettuato al 75’. L’indiziato per rilevare Quaison era Čočev, salvo un dietrofront dell’ultimo minuto. Forse Iachini ha pensato di poterla vincere, forse ha sperato in un sacrificio maggiore da parte di Vazquez, sta di fatto che con l’ingresso di Belotti il Palermo non ha guadagnato quasi nulla in fase offensiva, andando al tiro soltanto una volta con Dybala. Anche in questo caso, come per la marcatura blanda di Barreto, non si tratta di un evento usuale: Belotti è sempre stato il risolutore, senza però snaturare il gioco dei singoli. Vazquez invece si è ritrovato costretto a fare la mezzala, scomparendo progressivamente dal gioco. Il baricentro si è improvvisamente arretrato e il forcing della Lazio ha prodotto il gol. Il tutto, però, senza scartabellare numeri e schemi. Perché la soluzione, probabilmente, è ancora il 3-5-2. Magari con gli uomini giusti.


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