Alla fine, il Palermo avrebbe potuto pareggiare se il tiro all’ultimo respiro di Pastore non si fosse inopinatamente scontrato con le manone protese del vegliardo prodigioso, Matteo Sereni. Si sarebbe trattato di un risultato tutto sommato giusto. La sconfitta di Brescia punisce i rosanero, ma sottolinea in blu alcune cose da aggiustare. Munoz è roccioso, ogni tanto paga il dazio all’ingenuità, vedi il calcio di rigore (c’era). Esiste poi un evidente problema Liverani, esiste come fatto tattico e tecnico, esiste una frattura che si accenna e si approfondisce – se non abbiamo visto male – tra Fabio e il resto della squadra. Pochi palloni giocabili, l’ex capitano si è arrabbiato, si è sbracciato, se ne riparlerà.
Bisogna, nel complesso, recriminare su un primo tempo condotto al piccolo trotto di cui Rossi si è giustamente lagnato in conferenza stampa. I rosa sono stati messi sotto da un Brescia volenteroso, ordinato e nulla più. Dopo il gol di Dallamano da distanza siderale e il bel pareggio di Pastore, il Palermo avrebbe dovuto appropriarsi della partita. Invece è stato il Brescia a mettere altri due soldini nel salvadanaio, sfruttando errori difensivi dalle parti di Sirigu. Poi il gol della speranza di Balzaretti, su grazioso regalo di Baiocco, e lo show di Sereni.
Il Palermo indigesto del pranzo domenicale sembra autorizzare i mugugni di Rossi che ben altri ingredienti avrebbe voluto nella sua cucina da chef di rango quale è. Il mister oggi signorilmente ha glissato sul tema, a caldo, begli spogliatoi. Squadra bella, ma incompleta, priva del materiale necessario che avrebbe garantito un salto di qualità. La domanda ormai è perfino noiosa: perchè?
Brescia Palermo 3-2: Dallamano, Eder, Caracciolo su rigore per le Rondinelle, Pastore e Balzaretti per i rosa.