Svogliata, sfilacciata, confusa, abulica. La squadra rosanero che doveva dare una svolta in trasferta, in chiave Europa League, perde a Siena, per mano di un palermitano doc, Emanuele Calaiò, che mai però ha giocato in rosanero. Il contemporaneo pareggio della Roma in casa del Cagliari consente ai giallorossi di guadagnare un punticino nella corsa alla qualificazione europea. Il Palermo, con lo squalificato Ballardini in tribuna, ha giocato male una trasferta decisiva contro un’avversaria che ha così ottenuto la matematica salvezza. Il Siena ha confermato in pieno le proprie caratteristiche: il gruppo plasmato da Giampaolo è granitico e organizzato, difende in undici e tutti i bianconeri corrono a perdifiato per il bene del collettivo. Il finalizzatore è stato Calaiò nella ripresa, dopo un quarto d’ora.
E pensare che il Siena è sceso in campo facendo anche qualche concessione al turn-over: Maccarone, Codrea, Brandao e Kharja restano in panchina, fiducia a Ghezzal, Coppola, Ficagna e Jarolim, che fanno tutti il loro dovere. Oltre all’annunciato forfait di Balzaretti, nel Palermo, Ballardini fa i conti con l’assenza forzata di Liverani e con un infortunio dopo 10 minuti di Tedesco, che viene sostituito in corsa da Bresciano. In compenso il tecnico romagnolo (in tribuna, perché squalificato, sostituito dal vice Carlo Regno) recupera Kjær, che però non è in condizioni smaglianti. Il Siena gioca con un 4-1-4-1, modulo atipico. Dopo una punizione di Miccoli e un’opportunità di Calaiò, la partita scorre più lenta, ma la conducono i toscani. I rosanero non riescono ad essere all’altezza della situazione, a livello fisico e mentale. I collegamenti fra i reparti non sono quelli dei giorni migliori, nemmeno paragonabili alla prestazione super con il Cagliari di domenica scorsa. Manca Liverani, è vero, e il capitano difficilmente è sostituibile. Simplicio prova ad arretrare per cercare palloni giocabili, ma un sistema di gioco non si può improvvisare da una gara all’altra. L’attacco ha sofferto, Miccoli e Cavani raramente sono riusciti a insinuarsi nell’area avversaria, limitati dalla difesa bianconera o solo troppo lontani dal vivo del gioco. Che pian piano la gara si trasformi in un’occasione perduta appare ben presto chiaro. Nel secondo tempo gli uomini di Ballardini non si scuotono. Nemmeno le buone notizie provenienti dal S. Elia (vantaggio per 2-0 dei rossoblù con la Roma, poi trasformatosi in un 2-2 finale) danno una spinta alla formazione siciliana. E la manovra dei rosanero non decolla mai, mentre il Siena prende gradualmente coraggio. L’episodio decisivo sta in una sgroppata di Zuniga (imbeccato da Vergassola), che serve in area di rigore il palermitano Calaiò. Proprio l’attaccante completa la sua “riabilitazione”: segna il terzo gol in poche settimane, non dà scampo a Kjær e batte Amelia. Hernandez e Succi entrano in campo, ma il potenziale offensivo del Palermo migliora solo numericamente: non ne vengono fuori occasioni importanti, anzi i rosanero rischiano più volte di incassare un altro gol. Frick, partito dalla panchina, colpisce un palo, e Amelia (nonostante un trauma alla tibia destra) si distingue un paio di volte, quando salva la propria porta da una nuova capitolazione.
Oltre al portiere anche Tedesco (sospetta distrazione muscolare al flessore della gamba sinistra) e Miccoli (sospetta distrazione muscolare della gamba destra) sono usciti acciaccati dal campo. Pessimo viatico per le ultime tre giornate di campionato. Per la qualificazione all’Europa League è tornata in corsa l’Udinese, ma i rosanero devono comunque approfittare di un calendario sulla carta favorevole, con due partite in casa e una sola in trasferta. Duecentosettanta minuti per sperare, ma la gara di oggi deve essere cancellata in fretta e furia.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo