PALERMO – Il danno all’immagine dell’Università di Messina fu grave, ma arriva un piccolo sconto per l’ex rettore Franco Tomasello e l’ex preside della facoltà di Veterinaria Battesimo Macrì. Dovranno risarcire l’Ateneo rispettivamente con 24 e 20 mila euro (in primo grado erano 30 e 25 mila).
La sentenza è della sezione di appello, dunque definitiva, della Corte dei Conti che ha accolto la ricostruzione della procura regionale. Definitiva è ormai da anni la condanna anche in sede penale per tentata concussione.
Giuseppe Cucinotta, ordinario di Clinica chirurgica e patologia chirurgica a Veterinaria, denunciò di aver subito forti pressioni per “indirizzare” l’esito di un concorso bandito nel 2013 dalla facoltà per favorire il figlio di Macrì.
“Le gravissime condotte contestate hanno leso gravemente l’immagine
dell’Università degli studi di Messina – scrivono i giudici contabili – inducendo nella opinione pubblica la malcelata convinzione della fallacia del sistema di reclutamento dei docenti universitari. Il discredito prodotto nuoce seriamente all’idea di una Istruzione universitaria seria che contribuisca alla formazione spingendo tutti verso una unica stella polare: studiare, crescere, migliorare, ritenendo consapevolmente che il sistema premi i sacrifici fatti, non frustando le legittime aspettative”.
Ed ancora: “I descritti comportamenti finiscono con l’immiserire le importanti funzioni ricoperte, inducendo la triste convinzione che il sistema di reclutamento sia una oasi infelice, dove il sistema non premi i meritevoli ma soltanto i rapporti parentali, annichilendo così
un qualsiasi anelito di imparare, studiare e impegnarsi per raggiungere risultati che restano così semplici miraggi”.