PALERMO – Dopo sette anni di indagini, nessuna responsabilità dei medici per la morte del piccolo Francesco Crisà, avvenuta nel 2013. Il giudice della seconda sezione del Tribunale di Palermo, Daniela Vascellaro, ha assolto l’ostetrica Anna Maria Muratore, il ginecologo Giuseppe Lo Dico e il medico di turno Giuseppe Puccio, escludendo che la morte del neonato, avvenuta poco dopo il parto al Policlinico, possa essere collegata alla loro condotta. I tre medici, difesi dagli avvocati Marco Cammarata, Vincenzo Barreca, Dario Barbiera e Sergio Ferraro, erano accusati di omicidio colposo.
In base ai periti nominati dal pubblico ministero non si sarebbero resi conto che prima e durante il parto il neonato aveva respirato liquido amniotico e poi, una volta venuto al mondo, dello stress respiratorio che ne provocò il decesso. Gli indagati, tramite i propri legali, avevano sempre bollato come “lacunose e contraddittorie” le conclusioni dei periti. Il Tribunale aveva quindi disposto una ulteriore perizia, affidando l’incarico ad altri consulenti.
“La causa del decesso del neonato – si legge sul documento – è stata una sepsi precoce a prevalente localizzazione polmonare, che dal punto di vista clinico è stata imprevedibile”. Ovvero, non ci sarebbero stati sintomi specifici. “Un evento fulminante – continua la perizia – che si è manifestato quando gli imputati avevano da tempo terminato la propria attività. La sepsi è stata secondaria a una infezione che si è verificata durante la gravidanza e che è passata al feto per trasmissione verticale e per ingestione di liquido amniotico infetto”.