PALERMO – L’inchiesta della Procura ora è formalmente aperta. Il fascicolo è iscritto a modello 45 e cioè quello degli atti non costituenti notizia di reato, ma nelle prossime ore dovrebbe già essere ipotizzato il disastro colposo.
Ad occuparsi delle indagini sul nubifragio e i conseguenti allagamenti avvenuti a Palermo sono il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Francesca Mazzocco.
Il modello 45 è il contenitore nel quale vengono raccolti tutti gli atti e gli elementi per avere un quadro chiaro della situazione. Tra le prime cose confluite nel fascicolo c’è la relazione dell’ufficio prevenzione generale della questura di Palermo. In particolare si tratta del resoconto degli agenti delle volanti giunte sul posto. Un resoconto drammatico dei primi soccorritori.
La relazione firmata dal primo dirigente Rosa de Gregorio si apre con una conferma importante “alla luce delle informazioni ricevute da altre forze dell’ordine e dalla Protezione civile non è stata riscontrata alcuna persona deceduta o dispersa”.
Alle 17:45 la sala operativa dirama l’allarme. Le pattuglie giungono alla rotonda di viale Michelangelo. Si parla di “scenario catastrofico”, “strazianti richieste di soccorso”, “panico per la massa d’acqua e la melma”, “urla provenienti dalle auto intrappolate”.
I primi ad essere soccorsi sono stati gli occupanti di una Mercedes di colore bianco. Marito e moglie non riuscivano ad abbandonare l’abitacolo. Un poliziotto ha forzato il finestrino lato guida ed è riuscito a metterli in salvo. È andata bene ad una trentina di persone in tutto, fra cui alcuni bambini.
Decisivo l’intervento dei poliziotti e dei vigili del fuoco, ma anche di tanti cittadini che hanno formato delle catene umane per trascinare le persone fuori dal fiume che si era formato in viale Regione siciliana.
Agli atti dell’inchiesta ci sono le immagini del disastro filmate da alcune telecamere di sorveglianza. Saranno le prime ad essere analizzate. L’inchiesta è solo all’inizio.