Migranti, musumeci rilancia: "Così sigilleremo gli hotspot"

Migranti, Musumeci rilancia:|”Così sigilleremo gli hotspot”

Conferenza stampa dopo le polemiche scatenate dall'ordinanza che dispone la chiusura dei centri
PARLA IL GOVERNATORE
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CATANIA – Il presidente della Regione Siciliana non fa alcun passo indietro dopo le polemiche scatenate dall’ordinanza che prevede la chiusura dei centri di accoglienza, a Catania convoca la stampa e rilancia: “Così metteremo i sigilli agli hotspot”.

La normativa

Nello Musumeci ripercorre il solco aperto dal Viminale, che ha rivendicato la propria competenza sui migranti con un comunicato stampa. Il presidente della Regione sottolinea di essere “soggetto attuatore dell’emergenza Coronavirus, devo salvaguardare le condizioni in cui vengono tenuti i migranti, il Governo sta violando le normative sulla prevenzione dei contagi”.

“Forse è il caso di fare un breve riepilogo”, esordisce il presidente della Regione, “ma da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato, anche perché lo Stato siamo noi, sono i comuni e le province”.

“Non c’è alcun pregiudizio politico – continua Musumeci – rivendichiamo il diritto alla salute dei migranti ammassati negli hotspot”.

L’ordinanza delle polemiche

Musumeci non ha dubbi: “Gli hotspot e i centri di accoglienza non sono rispondenti ai criteri di prevenzione previsti in una condizione di emergenza da epidemia. Se noi chiediamo alla gente di stare a un metro di distanza, di stare attenti, se emaniamo provvedimenti duri sulle discoteche, è mai possibile che in un salone debbano starci 700 persone? Non importa a quale nazionalità appartengano, sono esseri umani che si trovano sul terriorio della mia Regione e io sono il soggetto attuatore dell’emergenza coronavirus, a meno che quei locali non siano zona franca. Se godono dei privilegi di cui godono le ambasciate noi ne prendiamo atto”.

Le competenze

Il presidente rincara la dose: “Un governo non può rispondere con un comunicato stampa, in cui si dice che le regioni non hanno competenze sui migranti. Questo lo sappiamo, diversamente non avremmo avuto 11mila migranti in Sicilia. Noi ci stiamo occupando di materia sanitaria, a me non interessa che ci siano migranti o rappresentanti di commercio negli hotspot e quella promiscuità è un delitto”.

E ancora: “Noi – aggiunge Musumeci – riteniamo di aver fatto il nostro dovere. Il diritto alla salute è consacrato dalla Costituzione, si faccia quello che si deve fare, noi aspettiamo fino a questa sera, abbiamo dato 48 ore di tempo, il Viminale eserciti le competenze, se la competenza sanitaria è vostra siete fuori legge, perché le norme anti covid non le avete rispettate”.

La strategia

Nello Musumeci e all’assessore alla salute Ruggero Razza hanno una strategia precisa, già messa in atto con la tendopoli di Vizzini, “dove – sottolinea Razza – 8 migranti avrebbero dovuto dormire in letti a castello dentro una tenda senza aereazione”. Come prima mossa inviano i medici delle aziende sanitarie provinciali a monitorare le condizioni dei centri.

“Abbiamo mandato i nostri medici – spiega Musumeci – nel campo di concentramento di Vizzini e hanno stabilito che non ci sono i requisiti igienico sanitari”.

“Questa mattina – aggiunge Razza – abbiamo adottato un nuovo provvedimento che dà mandato alle Asp di effettuare delle visite di accertamento dei requisiti previsti dal ministero della Salute per i luoghi di accoglienza dei migranti. Nell’hotspot di Pozzallo dagli iniziali 8 migranti positivi si è arrivati a quasi 70 contagiati, perché tutti sono stati tenuti all’interno di uno stesso luogo e di una stessa struttura. Le linee guida sono molto chiare e individuano quali sono le regole da rispettare. Abbiamo pensato a instituire una task force di professionisti, gli stessi che stanno seguendo l’emergenza Covid da vicino e hanno già evidenziato l’inidoneità della tendopoli di Vizzini, che prevede di accogliere 8 persone in una tenda di 18 metri quadrati senza aereazione”.

Il “caso” Vizzini

“Il governo sta puntando su veri e propri campi di concentramento, baraccopoli o tendopoli, come nel caso di Vizzini, dove ci ritroviamo davanti a una foto che ci ricorda luoghi, scene e contesti da dimenticare”. Musumeci torna sul caso della tendopoli di Vizzini, ricordando che “tutto è avvenuto senza che il sindaco del posto venisse preventivamente consultato”. “Parliamo di una zona – insiste il presidente della Regione – il calatino, che ha già dato per un decennio tutto quello che poteva dare con una struttura come il Cara, a Mineo, senza che lo Stato provvedesse a erogare una misura compensativa a quel territorio”.

L’allarme

“Lo sapevano anche i servizi dello Stato, l’allarme lo avevamo lanciato a marzo, ben 10mila migranti stavano per partire per l’Italia. Era quello il momento di intervenire”.

Il presidente della Regione elenca le richieste già fatte al governo: “Avevamo chiesto di fare la quarantena nelle navi, all’inizio c’è stato detto che la nave era difficile trovarla. In 24 ore con alcune telefonate abbiamo individuato una compagnia, una nave e mandato la foto e i numeri di telefono al dipartimento immigrazione del Ministero”.

Messina

Musumeci è un fiume in piena: “Abbiamo evidenziato le gravi condizioni dell’Hotspot di Messina, lo Stato non è intervenuto e abbiamo riproposto al governo centrale la proposta di utilizzare le navi per i migranti positivi, riavviando la collocazione su tutti gli Stati membri europei”.

Il presidente distingue tra i migranti economici “che durante una pandemia non possono arrivare” e i profughi, “che hanno tutti i diritti”.

Musumeci torna sui rapporti con il ministro dell’Interno Lamorgese: “L’ho sentita una decina di volte”, ricordando che “il segretario nazionale del Pd condivide la superficialità con cui è stato gestito il fenomeno. Il ministro degli Esteri, di altro partito, critica la gestione. Non solo noi abbiamo avuto la percezione che qualcosa non vada nella gestione dell’immigrazione”.

I numeri

Musumeci sottolinea che i numeri degli sbarchi sono “impressionanti”. “Ben 7mila solo a luglio, 3mila ad agosto. Fino a sette volte i numeri dello scorso anno”. Dopo gli arrivi, tocca alle cifre dei tamponi: “Abbiamo fatto 5mila tamponi circa e 6.335 test sierologici, altro che Regione che non collabora con lo Stato. Abbiamo lavorato senza alcun protocollo, non richiesto dal ministero dell’Interno. Ma nonostante questa nostra sollecitazione da Roma è arrivato soltanto il silenzio”.

I tamponi

Musumeci accusa il Governo di non rispettare, durante i ricollocamenti nazionali dei migranti, le tempistiche dettate dall’incubazione del coronavirus: “Il mio collega abruzzese mi ha detto che migranti risultati inizialmente negativi, sono risultati positivi dopo il collocamento in Abruzzo”.

Tutti i soggetti – insiste l’assessore Razza – che hanno lasciato i centri di accoglienza lo hanno fatto prima del secondo e ultimo accertamento. Il nostro compito è quello di fare rispettare tutte le regole di prevenzione. Tutti i soggetti positivi di provenienza migratoria sono caricati sul report della Regione Siciliana, perché il nostro sistema li prende in carico, monitorando l’evoluzione dell’infezione che può evolversi presentando complicazioni che portano all’ospedalizzazione. Il nostro compito resta da verificare che tutte le prescrizioni possano essere correttamente eseguite”.

“Grazie Matteo”

Il presidente della Regione ringrazia alcuni leader nazionali: “Lasciatemi ringraziare il leader della Lega Matteo Salvini, la leader di fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il capogruppo di Forza Italia Maria Stella Gelmini e tutti quelli che hanno ritenuto di farci sentire la propria vicinanza per aver condiviso la nostra iniziativa”.

“Noi abbiamo grande rispetto per chi rappresenta le istituzioni, anche quando ricevo calci negli stinchi. Fino a quando sarò soggetto attuatore dell’emergenza covid non guarderò in faccia a nessuno, l’ho fatto nei mesi passati con tutti i limiti e continuerò a farlo fino a quando mi sarà consentito. Faccio appello al governo centrale affinché la smetta di mostrare i muscoli, noi andremo avanti consapevoli di essere dalla parte della Regione”.

“I migranti non fanno notizia”

Il presidente della Regione torna sul fenomeno migratorio “che non fa più notizia e se la rappresentanza parlamentare siciliana a Roma, almeno una volta avesse chiamato il Governo alle proprie responsabilità, oggi non saremmo arrivati a tanto. Riteniamo che questa strategia sull’immigrazione sia la migliore? Non sarebbe stato più logico creare un ponte aereo? Non sarebbe stato più logico destinare i positivi a una nave e ricollocare gli altri in 24 ore? Non sarebbe stato più logico accertare preventivamente la condizione igienico sanitaria dei centri di accoglienza e se necessario intervenire per metterli in regola? Noi siamo il popolo più accogliente del mondo, tutti sono testimoni del linguaggio improntato al senso di responsabilità che abbiamo utilizzato, ma i siciliani non possono passare per razzisti”.

Le alternative

Il presidente della Regione illustra cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni: “Se il governo dovesse impugnare la nostra ordinanza, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune. Il governo potrebbe anche chiedere 2, 3 o 5 giorni di tempo per ricollocare i migranti e mettere i sigilli in tutti i centri di accoglienza, con buona pace di un certo buonismo ipocrita. La gente non ne può più e soprattutto non mi pare rispettoso nei confronti di quelle persone trattate in maniera disumana. La task force è già operativa, stanno verificando quanti sono gli hotspot, quali sono le condizioni. Se gli hotspot e i centri di accoglienza dovessero essere quelli che abbiamo conosciuto, non ci saranno le condizioni per andare avanti. Noi ci occupiamo nelle condizioni igienico sanitarie del contenitore, la competenza sui migranti è dello Stato. Non sappiamo come faranno, non è nostro compito, lo ha detto il Viminale”.

Poi l’ultima carta, quella della magistratura: “Il Governo – conclude Musumeci – non ha ancora impugnato il nostro provvedimento, ma in base alle risultanze siamo pronti a rivolgerci alla Procura della Repubblica”

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