Mascherina a scuola a oltranza? Il dibattito dopo l'ordinanza di Musumeci

Mascherina a scuola, il dibattito|dopo l’ordinanza di Musumeci

Foto d'archivio
I dirigenti scolastici si interrogano (e si dividono) sull'uso prolungato del dispositivo negli istituti

PALERMO – Fra gli addetti ai lavori la domanda è una sola: da mercoledì gli alunni dovranno indossare la mascherina a scuola in tutte le circostanze? Il dubbio è sorto dopo la pubblicazione del testo della nuova ordinanza anti-Covid del governatore Nello Musumeci, la quale prevede che “nei luoghi aperti al pubblico la mascherina deve essere indossata se si è nel contesto di presenze di più soggetti”; le dinamiche per prevenire i contagi all’interno degli istituti però sono già ampiamente regolamentate dal ministero dell’Istruzione. In attesa di eventuali chiarimenti prima dell’entrata in vigore, prevista mercoledì, i dirigenti scolastici si dividono fra chi seguirebbe le nuove disposizioni regionali e chi invece proseguirebbe lungo la strada tracciata dal Miur.

Matteo Croce, preside del liceo delle scienze umane e linguistico Danilo Dolci, fa parte dei primi: “Dal punto di vista dell’osservanza delle regole credo che, di fronte a un’ordinanza che prevede anche l’obbligo della mascherina all’esterno, non possiamo esimerci dal farlo rispettare all’interno. La mia interpretazione è chiara: non mi sostituisco ai medici, e se c’è un provvedimento che mi dice di far tenere la mascherina, gli studenti la terranno. Si aggiungerà alle buone pratiche che stiamo cercando di far portare all’esterno da parte dei nostri ragazzi”. Di contro però Croce fa anche un’osservazione a margine: “Malgrado per noi ci siano grandi possibilità di essere beneficiari di banchi monoposto e sedie nelle prossime ore anziché alla fine di ottobre, ora ecco il paradosso: tutto questo a cosa è servirebbe se gli alunni dovessero indossare la mascherina a scuola sempre e comunque?”.

“Penso che a scuola si prendano già altri accorgimenti – commenta invece Rosanna Cucchiara, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Silvio Boccone –. Non penso che i luoghi scolastici siano fra quelli inclusi in questo provvedimento, ma in ogni caso abbiamo tempo fino a mercoledì per capire e soprattutto attendere chiarimenti che senz’altro arriveranno. Insomma ci sono cose peggiori a cui pensare”.

Nessuna novità secondo Andrea Fossati, preside del circolo didattico Vincenzo Landolina di Misilmeri: “A scuola teniamo conto delle indicazioni ministeriali – risponde senza indugi –. È un ‘giardino chiuso’ dove le regole sono già ben delineate: gli alunni mettono la mascherina quando si allontanano dal banco, o comunque ogni volta che non ci sono le condizioni per il distanziamento. È vero, in effetti c’è un dibattito aperto – aggiunge – ma nella nostra scuola si sta in classe senza mascherina se c’è la distanza fra le rime buccali di un metro. Per noi non è cambiato niente, perché la scuola, intendendo le classi, non è aperta al pubblico come qualsiasi altro esercizio”.

È dello stesso avviso Maria Ausilia Lupo, dirigente scolastico della scuola Rosolino Pilo, che alla domanda sull’uso della mascherina a scuola a oltranza risponde: “Assolutamente no. Certo, non avrebbe fatto male leggere riferimenti espliciti alla materia – osserva – ma sta di fatto che la scuola, pur essendo pubblica, non è un vero luogo pubblico in senso lato. Là dove si rispettano igienizzazione, distanziamento e ingressi contingentati, e a maggior ragione in spazi delimitati come il banco, per me è chiaro che la mascherina può essere tirata giù. Facendo anche cadere questo filtro che peraltro ovatta l’espressione facciale, che non è una cosa da poco: l’80 per cento della nostra comunicazione è cinestetica, e così non sarebbe più palese. Dato che la scuola è relazione e comunicazione, penso che ci possiamo sentire esentati da questo vincolo”.

Il dibattito è in corso anche fra i responsabili del servizio prevenzione e protezione (rspp), che si stanno confrontando sull’interpretazione dell’ordinanza di Musumeci. Qualcuno ravvisa l’obbligo anche in presenza del distanziamento, poiché il nuovo provvedimento regionale conterrebbe elementi di maggior tutela e quindi ‘supererebbe’ la norma generale (come avvenuto in Piemonte con la misurazione della temperatura obbligatoria per tutti). D’altro canto però c’è chi considera plausibile l’assimilazione degli alunni ai congiunti, che consentirebbe di non utilizzare il dispositivo se distanziati di un metro.

AGGIORNAMENTO: Dopo il dibattito aperto dalla nuova ordinanza, l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla ha emanato una circolare che regolamenta l’uso della mascherina a scuola. LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO


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