PALERMO – Una proroga fino al 2023 dei Superbonus al 110% introdotti dalla Legge 77/2020. A chiederla è il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi, con una nota inviata a senatori e deputati dei collegi di Palermo e provincia. La misura, di importanza strategica non solo per rimettere in moto l’economia del Paese, ma anche per il rinnovamento e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, dovrebbe essere affrontata nell’ambito della discussione del disegno di legge di Bilancio per il 2021, all’esame del Parlamento.
“L’ Europa ne ha riconosciuto la rilevanza, considerando il potenziamento al 110% dei bonus come strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del Recovery Plan e del Green Deal e come best practices da estendere a tutto il resto dei Paesi dell’Unione – dice Miconi – . Ma affinchè possa avere piena efficacia e diventare realmente volano per la ripresa della crescita, in termini di attivazione di investimenti e di processi di rigenerazione urbana, è necessario estenderne la durata e adeguarla alla complessità degli interventi di messa in sicurezza sismica e riqualificazione energetica. La scadenza, attualmente prevista al 31 dicembre 2021, non tiene in giusta considerazione i tempi richiesti dai lavori agevolati che vanno dall’approvazione degli interventi, resa ancor più difficoltosa dalla sospensione delle assemblee condominiali a causa delle misure di contenimento del contagio da Covid-19, alla fase progettuale, dall’esecuzione materiale dei lavori, sino agli accordi in merito alla cessione di medesimi bonus a soggetti terzi o alla possibilità di concordare lo “sconto in fattura” con l’impresa esecutrice. La proroga avrebbe importanti ricadute sull’economia e sull’occupazione: l’Ance stima, in 6 miliardi l’anno la spesa aggiuntiva legata al Superbonus. Tale maggior ammontare prodotto nelle costruzioni – conclude Miconi – genererebbe un effetto totale sull’economia di 21 miliardi di euro, ovvero oltre un punto percentuale di Pil ogni anno. A ciò si aggiungano anche gli importanti effetti sull’occupazione, con un incremento di circa 64mila posti di lavoro nelle costruzioni (che, considerando l’indotto, potrebbe raggiungere le 100mila unità). Per questo, come Ance, su tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi territoriali, chiediamo questa proroga”.